CASALEGGIO NON PAGA PIU’ LE SPESE LEGALI DI BEPPE GRILLO E I DUE NON SI PARLANO PIU’
UNA DISTANZA ORMAI INCOLMABILE DIVIDE I DUE.. E ANCHE BUGANI MOLLA CASALEGGIO E DI MAIO
Davide Casaleggio ha deciso: non sarà più Rousseau a pagare le spese legali di Beppe Grillo. Tommaso Labate sul Corriere della Sera racconta la decisione presa dal figlio del fondatore del MoVimento 5 Stelle per preservare i conti della sua associazione, sempre più a rischio visto che i parlamentari non pagano in gran parte i 300 euro mensile dovuti:
«Davide, ci sarebbe poi quest’altra parcella…». «Avvocato, l’Associazione Rousseau non sarà più disposta a pagare per le cause di Beppe. Se dovesse continuare a farsi querelare per diffamazione o altro, che paghi di tasca sua. Perchè noi non possiamo nè vogliamo più continuare a pagare per lui».
L’«avvocato» di questa storia si chiama Andrea Ciannavei e da anni è uno dei legali che, in giro per l’Italia, difende sia il Movimento 5 Stelle sia Beppe Grillo.
Il «Davide», facile, è Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio associati oltre che dell’Associazione Rousseau. E «Beppe», ovviamente, è Grillo.
I tre si sono ritrovati nel chiuso di una stanza all’Hotel Forum di Roma esattamente una settimana fa. E sono i protagonisti del giro di contatti incrociati su cui, negli ultimi mesi, s’è misurata la distanza ormai incolmabile che separa Casaleggio e Grillo.
I due, di fatto, non si parlano più. E la decisione di Casaleggio di togliere a Grillo quella specie di «scudo legale» di cui usufruiva in qualità di garante del M5S – di fatto, l’Associazione Rousseau si faceva carico di sostenere le spese legali del comico genovese– è un po’ causa e un po’ effetto di un divorzio ormai consumato ma tenuto al riparo tanto dalle comunicazioni ufficiali quanto da quelle ufficiose.
I conti di Labate ci fanno sapere che tra le uscite ci sono ottantaseimila allo studio Lanzalone, quaranta allo studio Campoli Bellocchio per «consulenze», ventiquattro per «transazioni e cause locali», più sessantaquattromila con la dicitura «multa del Garante della privacy a Rousseau e a Beppe».
Tolti i cinquantamila euro della multa del Garante e «dodicimila euro per le spese legali di un consigliere regionale abruzzese», quasi tutto il resto è finito in cause di Grillo.
In alcuni casi, come i sessantacinquemila euro di parcelle dell’avvocato Ciannavei, il pagamento è stato posticipato a quest’anno, e quindi al 2019.
Intanto Massimo Bugani ha intenzione di lasciare l’associazione. Ufficialmente per il conflitto d’interessi generato dal suo incarico a Roma. In realtà per essere stato scavalcato da Di Maio — che adesso lo odia, come Nogarin — nella partita dei facilitatori.
(da “NextQuotidiano”)
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