CASE DEL PIO ALBERGO TRIVULZIO, AFFITTI SCONTATI A POLITICI PDL E AMICI
I PRIMI NOMI DEGLI INQUILINI: 5.000 EURO L’ANNO PER 128 METRI QUADRATI IN CENTRO A MILANO…TRA I LOCATARI I CONSIGLIERI COMUNALI MANCA, BUONOCORE E L’EX TESORIERE DI FORZA ITALIA
Eccoli, i primi nomi.
Tra gli inquilini del Pat ci sono ex segretari di partito, onorevoli, ex assessori e consiglieri comunali, in una girandola di nomi che comprende figli, parenti ingombranti e amici dei potenti.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio e le case di pregio della Baggina continuano ad essere affittate a prezzi stracciati ai soliti noti, nelle pieghe di criteri per le assegnazioni che lasciano troppi margini alla discrezionalità e che le opposizioni in Comune e in Regione sintetizzano in una parola: affittopoli.
Era il 17 febbraio 1992.
I carabinieri piombarono al Pat nell’ufficio del presidente Mario Chiesa e per la Prima Repubblica fu l’inizio della fine.
Sono passati vent’anni e molte cose sono cambiate.
Ma non tutte, evidentemente.
Di certo il 17 febbraio non è una data fortunata per il Pio Albergo Trivulzio.
E di certo non è passata di moda l’abitudine di disporre del patrimonio pubblico per far piacere a qualcuno.
Oggi come allora.
Nello storico feudo nato nel 1771 per aprire le porte ai poveri.
Nel giorno in cui il garante della privacy accende il semaforo verde alla pubblicazione dei nomi, ecco che si apre un primo squarcio negli elenchi degli affittuari finora così gelosamente custoditi dal presidente del Trivulzio, Emilio Trabucchi.
E basta un rapido sguardo per capire che il direttore generale non l’ha raccontata proprio giusta ai consiglieri comunali che in commissione a Palazzo Marino, inutilmente, hanno cercato di ottenere la lista dei contratti del Pat e che si sono sentiti rispondere che, comunque, di politici tra gli inquilini non ce n’erano.
Sono più di mille gli alloggi del Pio Albergo in città , ma è sufficiente esaminarne alcuni per capire che l’identità degli affittuari da salvaguardare dalla «morbosità del pubblico» (parole di Trabucchi) non è quella del cittadino qualunque.
In via Santa Marta 15 spicca un contratto intestato dal 2003 al consigliere comunale del Pdl Guido Manca, ex assessore alla Sicurezza del centrodestra e presidente di Metroweb: canone di 5015 euro annui per 70 metri quadrati lordi.
Nello stesso palazzo ha trovato casa, sempre dalla stessa data, il nipote di Francesco Cossiga, Piero Testoni, parlamentare del Pdl eletto in Sardegna.
Il suo affitto è un po’ più caro: 8.438 euro per un’abitazione di 83 metri quadrati.
Entrambi i contratti sono scaduti nel 2008, ma non risultano oggetto di nuovo bando.
E per i contratti scaduti il Pat ha fatto sapere che è stata concordata la proroga con i sindacati con un aumento medio del 30 per cento.
Un appartamento di 45 metri in via Paolo Bassi 22 è stato invece destinato dai vertici della Baggina a un tal Alessandro Manca, forse però è solo un omonimo del figlio di Guido. Canone: 1.644 euro.
Ma l’elenco dei politici o dei loro parenti non finisce qui.
In via Moscova 25 vive in una casa di 128 metri quadrati per un affitto di 5.655 euro all’anno Luciano Buonocore, politico di lungo corso, co-fondatore del Pdl dove ha portato in dote la Destra Libertaria di cui era segretario. Attualmente è presidente del consiglio comunale di Peschiera Borromeo.
Il suo contratto d’affitto scadrà nel 2013.
Lo stabile di corso di Porta Romana 116 ha aperto invece le porte, nel 2002, a Domenico Lo Jucco.
Contratto scaduto nel 2009: per 121 metri quadrati un canone annuo di 10.242 euro.
Lo Jucco, gavetta in Publitalia al fianco di Marcello dell’Utri, è stato tra i fondatori di Forza Italia e del partito azzurro è stato anche tesoriere.
Del resto, perchè sorprendersi?
Il Pat è un’istituzione antica e antiche sono le abitudini.
Rossella Verga
(da “Il Corriere della Sera“)
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