CASO UNIPOL: UN ANNO A BERLUSCONI, DUE ANNI E TRE MESI AL FRATELLO PAOLO
A FASSINO UN RISARCIMENTO DI 80.000 EURO… ENTRO MARZO ALTRE DUE SENTENZE AL TRIBUNALE DI MILANO
Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione per la vicenda dell’intercettazione Fassino-Consorte.
La pena di un anno era stata chiesta dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli.
Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi, per il quale la procura aveva chiesto 3 anni e 3 mesi.
Paolo Berlusconi è stato invece assolto dai giudici per le accuse di ricettazione e millantato credito.
L’accusa per Silvio Berlusconi è di rivelazione di segreto d’ufficio, in concorso con il fratello Paolo, in relazione all’ormai nota telefonata tra Fassino e Consorte («Abbiamo una banca?») avvenuta nel 2005, in piena scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa bolognese.
L’intercettazione, quando era ancora coperta dal segreto istruttorio, venne pubblicata da «Il Giornale», quotidiano della famiglia Berlusconi.
Il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell’ex premier, che non si è presentato in aula.
RISARCIMENTO A FASSINO
I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi di 80 mila euro a favore dell’ex segretario dei Ds Piero Fassino, parte civile al processo.
Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale. La richiesta di risarcimento ammontava a un milione di euro.
IL DIFENSORE
«Sono dispiaciuto e costernato perchè sono convinto che gli elementi di prova a carico di Silvio Berlusconi siano insufficienti e contradditori, se non del tutto mancanti»,ha commentato a caldo l’avvocato Piero Longo, legale dell’ex premier.
«Credo che sia la prima volta che qualcuno viene condannato per la violazione del segreto istruttorio. Non sono sorpreso, perchè siamo a Milano e data la pratica forense nei processi a Silvio Berlusconi…», ha aggiunto.
«Mi piacerebbe difendere imputati con altri nomi e non a Milano», ha commentato poi l’avvocato con ironia.
A chi gli chiedeva se si tratti di una «sentenza politica», Longo ha risposto: «Con il massimo rispetto per i giudici, io dico che non credo che i magistrati non abbiano un sentimento o un sentire».
LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Archiviata definitivamente con un proscioglimento la vicenda Mediatrade, Silvio Berlusconi attende entro fine mese altre due sentenze a Milano: il prossimo 18 marzo è attesa la sentenza sul caso Ruby e il 23 marzo il verdetto d’appello su Mediaset e i diritti tv.
I legali di Silvio Berlusconi hanno però depositato un legittimo impedimento che rischia di far slittare le richieste di condanna che venerdì il sostituto procuratore Ilda Boccassini è pronta a pronunciare per il processo Ruby.
Venerdì l’ex premier è impegnato nella prima riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl dopo il voto, ed è stato convocato da Mario Monti per discutere della linea politica in vista del prossimo vertice europeo.
Saranno i giudici della quarta sezione penale a ritenere, nell’udienza di domani, se ritenere legittimo l’impedimento.
Nel processo Ruby, Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile.
LA TELEFONATA
Secondo l’accusa, la vigilia di Natale del 2005 l’allora premier avrebbe ascoltato la registrazione della telefonata Fassino-Consorte, ancora coperta da segreto istruttoria e contenuta in una pen drive, in un incontro ad Arcore alla presenza del fratello Paolo e degli imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli.
Era stato quest’ultimo, che lavorava per la Research Control System (società che forniva le apparecchiature per le intercettazioni alla Procura), a trafugare, secondo le indagini, il nastro e, assieme a Favata e al fratello Paolo, ad offrirlo, secondo l’accusa, come «regalo» a Berlusconi in vista delle elezioni politiche del 2006.
Pochi giorni dopo, il contenuto di quella telefonata era stato pubblicato e si era scatenata una bufera di reazioni politiche.
(da “il Corriere della Sera”)
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