CASTA DA BAGNO: STREMATI, GLI ONOREVOLI LAVORANO UN GIORNO SU TRE, FA TUTTO IL GOVERNO
QUADRUPLICATO IL TEMPO PER LEGIFERARE, PARLAMENTO UMILIATO…SEDUTE CHE DURANO 10 MINUTI, 452 GIORNI IN MEDIA PER FAR APPROVARE UNA PROPOSTA
Forse ha ragione Maurizio Lupi quando dice che le polemiche sul pellegrinaggio in Terra Santa sono “ingiuste”.
L’anno scorso, quando la Camera ha aperto i battenti dopo la pausa estiva, l’8 settembre, il ritiro spirituale dei parlamentari era ancora in corso.
E va dato atto ai 70 in vacanza in Russia che anticipare il ritorno sarebbe stata una follia: quell’8 settembre, a Montecitorio, la giornata di lavoro durò esattamente dieci minuti, dalle 17.05 alle 17.15.
Poi ci si era riaggiornati al 14 settembre. Valeva la pena tornare in anticipo?
Ma nella polemica di questi giorni sulle vacanze lunghe dei nostri rappresentanti ha ragione anche chi solleva un’obiezione: non è importante quanto tempo si sta in Parlamento, quello che conta è cosa si fa.
Ripercorrendo l’anno di lavoro appena concluso, però, è difficile sostenere perfino la teoria del “poco ma buono”.
Nei 121 giorni lavorati al Senato e nei 147 occupati alla Camera si ricordano soprattutto aule chiamate a ratificare decisioni già prese altrove (in Consiglio dei ministri) e dibattiti snervanti su questioni non propriamente di interesse strategico nazionale.
Da settembre 2010 ai primi di agosto del 2011, i parlamentari di ogni schieramento hanno presentato 788 disegni di legge.
Soprattutto quelli del Pd, con 119 proposte depositate solo al Senato, seguito dal Pdl con 107 e la Lega ferma a 18. 57 sono diventate leggi.
Due (quella sull’abolozione delle province e sull’omofobia) sono state bocciate.
Le altre si sono arenate nelle commissioni, nella catasta di proposte (3590 alla Camera, 2145 al Senato) che si è ammucchiata dal 2008 a oggi.
È così che nella sedicesima legislatura il tempo medio di approvazione di un disegno di legge è riuscito a quadruplicare.
Si calcola considerando l’intervallo che passa tra il primo esame del ddl e la sua approvazione: alla Camera nel 2008 erano 108 giorni, nel 2009 sono diventati 146, nel 2010 raddoppiati a 247 fino a lievitare, quest’anno, a 452 giorni.
Nella maggioranza, in compenso, possono contare sull’iniziativa del governo, che in questi 11 mesi ha presentato 14 decreti e 57 disegni di legge (solo uno, da notare, sui temi dello sviluppo economico).
Non è una novità : anche il governo Prodi alla sua prima esperienza presentò, solo nel 1997, 255 disegni di leggi.
Ma il complesso delle norme approvate toccò quota 186.
Qui invece i parlamentari partono per le vacanze con un magro bottino.
Esclusi i decreti convertiti, nel settembre dello scorso anno sono diventati legge solo due provvedimenti, entrambi di bilancio.
Due anche in ottobre: il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione e le norme in materia di disturbi specifici d’apprendimento scolastico.
A novembre tre ratifiche di trattati internazionali (Malawi, Slovenia e Bielorussia) e la ormai celebre ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia su cui si è dibattuto per 22 sedute.
La “riforma” dell’Università arriva a dicembre, assieme agli “incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”.
Sotto l’albero di Natale anche le norme sui concorsi dei notai, sui funzionari dipendenti da organizzazioni internazionali e sui dirigenti scolastici siciliani.
Infine, la Finanziaria.
Si ricomincia a gennaio: l’unica legge portata a compimento, esclusa la conversione del decreto rifiuti, è la ratifica del “protocollo che modifica il protocollo” di un allegato del Trattato Ue.
A febbraio il Parlamento riesce ad approvare le nuove norme relative “all’Ordine della Stella della solidarietà italiana”, converte due decreti, ratifica due trattati (Moldova e Azerbaigian), istituisce la festa nazionale del 17 marzo.
E conclude finalmente l’esame delle norme sull’etichettatura alimentare che avevano cominciato il loro percorso il 23 settembre del 2009.
Altre quattro ratifiche da firmare a marzo, tre decreti da convertire e poi la legge sulle assunzioni obbligatorie dei disabili.
Ad aprile si abroga l’equipollenza della laurea in scienze motorie a quella in fisioterapia, si legifera sulle detenute-madri, due decreti e un trattato e la composizione dei comitati dell’Inail.
A maggio diventa legge l’aumento di contributi per la biblioteca per ciechi di Monza, così come le norme sui prodotti ortofrutticoli di quarta gamma.
Le solite tre conversioni di decreti, l’immancabile ratifica di trattati e infine le “prime disposizioni urgenti per l’economia” imposte dall’Europa. Giugno è di nuovo mese di accordi internazionali, questa volta con Panama, Albania, Libano e Qatar.
Poi la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo” che era stata proposta a marzo del 2010.
Si celebrerà il 9 ottobre, anniversario della tragedia del Vajont di 48 anni prima.
Per trovare una sede a Roma per la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo sono bastati “solo” quattro mesi.
Approvata anche la convenzione che mette al bando le bombe a grappolo, convertiti altri due decreti e prorogata la delega al governo per l’attuazione del federalismo fiscale.
Dopo lunga gestazione, a luglio, via libera alle quote rosa nei cda delle aziende quotate in Borsa e alla disciplina del prezzo dei libri. Decreto rifiuti e manovra economica.
Si chiude, tre giorni fa, con la proroga delle missioni internazionali. Per tornare di tempo ce n’è.
Paola Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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