C’È UN CASO NIRENSTEIN: HAARETZ SCRIVE DI PRESSIONI ITALIANE PER FAR RINUNCIARE NETANYAHU ALLA NOMINA DELL’AMBASCIATRICE
PALAZZO CHIGI NEGA
Negli scorsi mesi aveva fatto discutere la scelta del governo israeliano di procedere alla nomina di Fiamma Nirenstein quale ambasciatrice in Italia.
L’ex onorevole del Popolo della libertà è considerata da parte dell’opinione pubblica israeliana troppo schierata politicamente, troppo vicina alle posizioni da falco del primo ministro Benjamin Netanyahu.
La Nirenstein è ancora in attesa di insediarsi.
Ma mentre in un primo momento il governo italiano non aveva sollevato obiezioni, farà discutere il retroscena pubblicato oggi da Haaretz.
Il più autorevole quotidiano d’Israele rivela infatti che Matteo Renzi, attraverso canali informali e che sarebbero dovuti rimanere riservatissimi, avrebbe fatto arrivare al premier israeliano la richiesta di ripensare alla decisione presa qualche mese fa.
Secondo il presidente del Consiglio la nomina sarebbe eccessivamente divisiva, e il fatto che l’ambasciatrice in pectore sia stata eletta nel recente passato tra le fila degli uomini di Berlusconi scatenerebbe polemiche che non gioverebbero all’immagine d’Israele in Italia.
Sul tema intervengono fonti di Palazzo Chigi, interpellate al riguardo, smentendo seccamente la ricostruzione del quotidiano israeliano con queste poche righe: “Fonti di Palazzo Chigi smentiscono la ricostruzione offerta oggi da Haaretz sul presidente del Consiglio e il premier israeliano Netanyahu a proposito di Fiamma Nirenstein”.
Il quotidiano precisa tuttavia che nè Renzi nè il ministero degli esteri italiano “intendono creare una crisi sul dossier” e che Netanyahu non ha cambiato idea. L’iniziativa – secondo la fonte citata – nasce dai “problemi che potrebbero sorgere” con la nomina e si ricordano sia l’inopportunità segnalata dalla comunità ebraica italiana sia “l’opposizione del ministero degli esteri e di quello della difesa” per gli “apparenti conflitti di interesse” per il fatto che Nirenstein è stata parlamentare e “ora servirebbe come ambasciatore di un altro paese”.
Anche in questa carica “continuerebbe a ricevere un salario dal governo” italiano ed “è al corrente di segreti di stato” e “suo figlio lavora nell’intelligence italiana”.
“Fatti” – aggiunge – che hanno suscitato “obiezioni” da parte della “difesa italiana”.
“Anche adesso, pur se le sue credenziali non sono state ancora accettate – scrive su Haaretz il giornalista Barak Ravid – Nirenstein è attiva nella vita pubblica italiana e nei media e questo è considerata una infrazione del protocollo diplomatico”.
Il messaggio di Renzi – inviato, spiega il giornale, un mese e mezzo fa – è stato trasmesso ad uno consiglieri di Netanyahu e dice che “potrebbe essere prudente considerare di nominare qualcuno altro come ambasciatore di Israele a Roma”.
“Quello che stanno dicendo – osserva la fonte anonima citata da Haaretz – è che se Netanyahu vuole considerare la nomina di qualcun altro a quel posto, è invitato a prendere contatto e il governo italiano sarebbe felice di discuterne”.
Secondo il giornale, una fonte dell’ufficio di Netanyahu non ha negato “i dettagli” della vicenda e del messaggio da parte italiana.
Ma non per questo Netanyahu sembra aver cambiato idea sulla nomina di Nirenstein tanto che un alto funzionario del ministero degli esteri israeliano ha fatto sapere che l’indicazione del premier è stata “approvata la scorsa settimana dalla ‘Civil Service Commission’ e che dovrebbe essere portata nelle prossime settimane in gabinetto per il varo” definitivo.
Il giornale conclude citando fonti dell’ufficio di Renzi e del ministero degli esteri italiano secondo cui se Netanyahu insisterà sulla nomina non mancherà l’accettazione: “non vogliono questionare su questo”.
(da “Huffingonpost”)
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