CHI HA SALVATO CALDEROLI? I FINIANI E L’UDC SI ASTENGONO, A SINISTRA ERANO ASSENTI IN CINQUANTA
NON PASSA LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO CALDEROLI, ACCUSATO DI AVER FATTO PASSARE CON UN SOTTERFUGIO LA NORMA SALVA CAMICE VERDI.. ERA STATO ABROGATO UN REATO PER SALVARE 33 LEGHISTI SOTTO PROCESSO… I FINIANI HANNO PERSO UNA GRANDE OCCASIONE PER RIMARCARE LA LORO DIVERSITA’, SALVANDO DI FATTO IL RESPONSABILE DI UNA OPERAZIONE VERGOGNOSA…E A SINISTRA LE COSE NON VANNO MEGLIO
L’Aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia presentata dall’Italia dei valori nei confronti del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli.
La mozione è stata bocciata con 188 sì, 293 no e 64 astenuti.
A favore della mozione hanno votato l’Idv e il Pd; Udc e Fli si sono astenuti.
Il governo era al gran completo in Aula: il banco ad esso riservato nell’Emiciclo era gremito di ministri e sottosegretari, precettati per l’occasione.
Quando la vicepresidente Rosy Bindi ha letto l’esito della votazione si è levato un applauso dai banchi del centrodestra.
I dipietristi accusavano di aver mentito «con premeditazione» al Parlamento sulla cosiddetta norma «salva-camicie verdi», sostenendo che il titolare alla Semplificazione normativa l’ha fatta abrogare con un sotterfugio.
Il ministro ha replicato spiegando che la scelta di abrogare il reato di associazione militare di stampo politico – per il quale sono sotto processo 36 camicie verdi – «risponde a una scelta effettuata dal comitato tecnico incaricato della redazione dello schema di codice dell’ordinamento militare».
Ricostruiamo i fatti.
Il 3 ottobre il ministro della Difesa, attraverso il portavoce, rilascia una nota stampa nella quale dice che l’inserimento del reato di associazione militare tra quelli da abrogare è un errore materiale e che il suo ministero si attiverà immediatamente per ottenere la rettifica in Gazzetta Ufficiale.
A quel punto l’Idv nella stessa data presenta una richiesta di rettifica, ma arriva l’8 ottobre e il governo non fa nessuna rettifica, per cui la norma entra in vigore e il reato viene abrogato.
Il consigliere Vito Poli, con un documento ufficiale del Consiglio di Stato, fa sapere che nel testo licenziato dalla commissione scientifica da lui presieduta questo reato non c’era, è stato inserito dopo al ministero della Semplificazione. Quindi una manina lesta lo ha inserito in un secondo tempo.
“E’ una vera ‘porcata ministeriale’ – denunciò l’Idv che ha presentato anche un esposto alla magistratura – Calderoli ha mentito al Parlamento e agli italiani in diretta tv durante il question time alla Camera ed è probabilmente lui la ‘manina’ o l’ispiratore della manina che ha inserito il provvedimento nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che poi ha bloccato la rettifica che era stata proposta dal ministero della Difesa”.
Proprio in ragione della mancata rettifica e, quindi, del cosiddetto ‘favor rei’, i leghisti che avevano in corso un processo a Verona “la faranno franca, alla faccia dell’art. 18 della Costituzione che proibisce le associazioni che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Secco il commento del presidente Idv, Antonio Di Pietro: “Non è vero che le leggi ad personam vengano fatte e servano soltanto al presidente del Consiglio, sono fatte e servono anche alla Lega. C’è una vera ‘coalizione a delinquere’ che ha inventato un nuovo sistema per agire: la via legislativa”.
Ritorniamo al voto di oggi.
L’Idv accusa il Terzo polo di aver tenuto un atteggiamento «pilatesco» con l’astensione.
«Il Terzo polo, dopo aver condiviso tutte le nostre censure al ministro Calderoli, si è pilatescamente e contraddittoriamente astenuto».
Ci preme qua esprimere tre tipi di considerazioni.
In primo luogo Futuro e Libertà non può parlare di legalità e poi astenersi su un fatto gravissimo come l’operazione, compiuta da Calderoli, di sottrarre degli imputati a un regolare processo.
Il fatto era così evidente che in altri Paesi avrebbe portato alle immediate dimissioni di un ministro.
In secondo luogo o Fli si mette in testa di diventare al nord l’anti-Lega per retaggio storico e culturale, incalzando la feccia razzista e denunciando gli intrallazzi della “padagna del magna magna”, o è inutile sperare di raccogliere consensi .
In terzo luogo basta fare due conti per evidenziare un fatto.
Calderoli ha avuto 293 voti a favore contro i 314 della fiducia al governo: quindi ha perso 11 voti per strada e sarebbe stato battibile.
Contro Calderoli hanno votato in 188 deputati che anche sommati ai 64 astenuti di Fli, Udc, Mpa e Ad avrebbe portato il totale a 262 rispetto ai 311 della sfiducia al governo.
Non sarebbe servito a nulla in ogni caso anche un negativo voto del Terzo polo.
Vuol dire che ben 49 deputati dell’opposizione di sinistra erano assenti e in cocca coi leghisti.
Di Pietro dovrebbe prendersela con loro e guardarsi in casa: a qualcuno evidentemente fa comodo fare favori alla Lega.
Poi nessuno si lamenti se la Lega sta portando il Paese allo sfascio.
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