CHI SONO GLI OTTO ITALIANI VITTIME DELL’AEREO CADUTO IN ETIOPIA
L’ARCHEOLOGO, IL MEDICO CON LA MOGLIE INFERMIERA, IL COMMERCIALISTA CHE LAVORAVA PER LA ONG, LE GIOVANI DONNE
Sebastiano Tusa
Nella lista passeggeri del Boeing 737 della compagnia aerea Ethiopian Airlines schiantatosi poco dopo il decollo da Addis Abeba, c’è anche l’archeologo italiano di fama mondiale Sebastiano Tusa, assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana ed è Sovrintendente del Mare della Regione.
Tusa era diretto in Kenya, per un progetto dell’Unesco, dove era già stato nel Natale scorso insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo. Il padre di Sebastiano, Vincenzo, morto nel 2009, è stato a sua volta archeologo, soprintendente alle Antichità della Sicilia occidentale dagli anni ’60 fino a metà degli anni ’80 e considerato il «padre» del sito archeologico di Selinunte.
Sebastiano Tusa era anche docente di Paletnologia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e ha curato diversi «scavi» e ritrovamenti, a Pantelleria e a Mozia. Ha fatto parte anche dell’ufficio Unesco di Venezia e si è occupato della realizzazione dei siti archeologici in Albania. Nel 2018 era stato chiamato a ricoprire l’incarico di assessore regionale ai Beni culturali, al posto del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Carlo Spini e Gabriella Viggiani
Carlo Spini, medico di 75 anni e presidente di Africa Temila, da molti anni si recava in Africa per concretizzare alcuni dei più importanti progetti della ong.
Africa Tremila è un’associazione di volontari che opera nei Paesi in via di Sviluppo realizzando programmi umanitari a breve e medio termine. Con lui sul volo c’era anche la moglie Gabriella Viggiani, infermiera, che era volontaria per l’ong. La coppia, in pensione, viveva nell’Aretino, a San Sepolcro. Entrambi avevano lavorato per l’ospedale cittadino. Gabriella aveva raggiunto il marito ad Addis Abeba e insieme erano decollati per Nairobi.
Matteo Ravasio
Matteo Ravasio, commercialista, era il tesoriere della ong di Bergamo. La meta dei tre era un ospedale che la onlus sta realizzando in Sud Sudan, dove avrebbero dovuto consegnare le attrezzature mediche, in viaggio su alcuni camion. «Sono molto addolorato e esprimo alle famiglie il mio cordoglio personale e quello di tutta l’Amministrazione comunale – ha detto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori – Sono vicino anche a tutti i membri dell’associazione».
Pilar Buzzetti, Rosemary Mumby
Tra le vittime anche giovani donne: Pilar Buzzetti, romana di 30 anni che lavorava per il World Food program per l’Onu: «Una persona solare e positiva», la ricorda commossa un’amica che l’ha salutata ieri: «Mi ha detto che sarebbe partita e ci saremmo riviste venerdì, non posso crederci». Pilar, che lavorava al World Food Programme dell’Onu, si stava recando a Nairobi dove avrebbe partecipato alla conferenza sul clima organizzato dalle Nazioni Unite. Poi nell’elenco tra le giovani vittime c’è anche Rosemary Mumby.
Paolo Dieci
Paolo Dieci, residente a Roma, presidente della ong Cisp e rete LinK 2007, un’associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti ong italiane. Dieci risiedeva a Roma.
Virginia Chimenti
Anche Virginia era romana – aveva frequentato il liceo scientifico Avogrado -e lavorava per una organizzazione non profit.
(da “Il Corriere della Sera”)
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