CHI STA CON VLADIMIR PUTIN: DUE CRIMINALI COME ASSAD E LUKASHENKO
DEGNI COMPAGNI DI MERENDE, ASSASSINI DEL LORO POPOLO
La Russia attacca l’Ucraina, ma la sua guerra non provoca solo condanne. Oggi il presidente russo, Vladimir Putin, ringrazia infatti il suo omologo siriano, Bashar al-Assad, per il sostegno manifestato all’operazione che continua a definire per proteggere il Donbass.
Lo rende noto lo stesso Cremlino secondo le principali agenzie russe. «Il presidente siriano ha espresso il suo forte sostegno per l’operazione militare speciale russa volta a proteggere i civili nelle repubbliche del Donbass, condannando le politiche di destabilizzazione attuate dagli Stati Uniti e dalla Nato, che precedentemente hanno seriamente aggravato la situazione anche in Medio Oriente», si legge in una nota.
Il più noto alleato della Russia in questo momento è il leader bielorusso Alexander Lukashenko, al potere nel suo paese da 28 anni e contro cui, negli ultimi tempi, si sono verificate proteste di piazza represse anche con la violenza.
Il paese, ha annunciato quello che viene definito l’ultimo dittatore d’Europa, userà armi nucleari e non solo se il conflitto nei confronti del suo alleato dovesse intensificarsi. Esercitazioni congiunte dei due eserciti hanno segnato la vigilia dell’aggressione russa a Kiev, e i carri armati di Mosca sono entrati in Ucraina anche dal confine con la Bielorussia.
Truppe di Minsk vengono segnalate sul campo, ma Lukashenko inizialmente ha smentito. «Se i nostri rivali e oppositori intraprenderanno passi così stupidi e insensati, dispiegheremo non solo armi nucleari, ma anche supernucleari ed emergenti per proteggere il nostro territorio», minaccia il presidente bielorusso.
Che, isolato a livello di comunità internazionale, ha bisogno di restare sotto l’ala protettiva della Russia e viene visto dai più ormai come un governo fantoccio, con un paese di fatto “satellite” di Mosca.
Armenia, storica alleata di Mosca a tutti i livelli, Kazakistan e Azerbaigian, di fronte alla guerra, al momento risultano essere rimasti in silenzio. Nessun commento dal presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev durante la sua visita a Mosca per parlare con Putin di relazioni bilaterali.
Consegna del silenzio anche in Kazakistan, che fa parte dell’Unione economica eurasiatica (EAEU), un’alleanza politica ed economica – e, perché no, militare, mal vista dall’occidente – tra ex stati dell’Urss proposta per la prima volta da Putin nel 2011 e firmata inizialmente proprio dal Kazakistan insieme a Russia e Bielorussia. A settembre Bashar al-Assad è stato ricevuto a Mosca da Putin: si è trattato del primo incontro in Russia dopo anni e della sua prima visita al di fuori del Paese dopo vari mesi.
Fin dall’inizio la Siria del fedele alleato di Putin in Medio Oriente ha annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Luhansk e Donetsk. «Questa posizione deriva dalla convinzione che la crisi ucraina sia un problema creato dai paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti e con lo scopo di dividere i popoli e minare la sicurezza nazionale russa”, dice la presidenza siriana. Opporsi alle politiche occidentali rappresenta un interesse comune».
(da agenzie)
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