CI SARÀ UN ALTRO ASSALTO A CAPITOL HILL? IL PIANO DEL CRIMINALE TRUMP È DICHIARARE VITTORIA LA SERA DEL 5 NOVEMBRE, QUALUNQUE SIA IL RISULTATO
UNA STRATEGIA CHE, COME NEL 2020, POTREBBE AIZZARE ANCORA DI PIÙ I SUOI SOSTENITORI
Il governatore dello Stato di Washington ha attivato la Guardia Nazionale, nel caso ci fossero violenze durante le presidenziali.
Uno potrebbe accusarlo di esagerare, perché è un democratico e vuole alzare il livello della preoccupazione per Trump e gli effetti della sua retorica incendiaria. Però fonti vicine a Donald rivelano che lui si prepara a dichiarare in anticipo la vittoria, comunque vadano le cose il 5 novembre, creando così le condizioni per reazioni difficili da prevedere.
Venerdì sera Jay Inslee ha ordinato la mobilitazione della Guardia Nazionale, ossia le forze armate a disposizione dei governatori dei cinquanta Stati, dal 4 al 7 novembre. Lo scopo è aiutare le forze dell’ordine locali, se diventasse necessario.
Non siamo all’insurrezione e le forze dell’ordine ritengono improbabile la replica dell’assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio del 2020, però la tensione è alta e quindi Inslee non vuole correre rischi.
Ad alzarla contribuiscono non solo le parole di Trump, che due giorni fa ha suggerito il plotone d’esecuzione per educare la sua oppositrice Liz Cheney sui rischi della guerra, ma soprattutto le sue azioni.
Una fonte vicina all’ex presidente conferma che il suo piano è dichiarare vittoria la sera del 5 novembre, qualunque cosa dicano nel frattempo gli scrutatori. Questo perché sa che Harris è avanti nei voti anticipati consegnati via posta, e quindi recupererà terreno nel corso della conta.
Perciò se lui non avrà vinto grosso modo per le due del mattino italiano, quando avranno chiuso i seggi negli Stati chiave di Georgia, North Carolina, Pennsylvania e parte del Michigan, riuscirci dopo diventerà assai difficile. Quindi la strategia è dichiarare comunque vittoria, per poi poter denunciare brogli.
Una strategia del genere promette di incendiare gli animi e aizzare i suoi sostenitori, ancora più di quanto non lo siano già, ma anche il New York Times l’ha confermata
Secondo il giornale di Manhattan, il piano di Trump è simile a quello del 2020 e si basa su tre punti: primo, dichiarare vittoria; secondo, seminare dubbi sulla legalità del voto; terzo, ostacolare la trasmissione dei risultati dalle contee alle autorità centrali. Se ciò non basterà, seguiranno le cause legali
(da agenzie)
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