CI SONO TROPPI IPOCRITI TRA CHI LA CRITICA LA BALZERANI
“LA VITTIMA NON HA IL MONOPOLIO DELLA PAROLA” LA FRASE- SCANDALO PRONUNCIATA DALL’EX BRIGATISTA… MA QUALCUNO DIMENTICA LA POLITICA PREMIALE VERSO I PENTITI: CHI E SCESO A PATTI CON I TERRORISTI? SE POTEVANO PARLARE QUANDO COLLABORAVANO PERCHE’ NON POSSONO PARLARE ORA?
“C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”.
Così l’ex brigatista Barbara Balzerani – dirigente della colonna romana delle Br e componente del gruppo che ha preso parte al rapimento di Aldo Moro – ha commentato l’anniversario di quel 16 marzo 1978, al centro sociale Cpa di Firenze, alla fine della presentazione del suo libro “L’ho sempre saputo”.
Lei ha risposto a chi ricordava l’intervento del capo della polizia Franco Gabrielli che aveva sostenuto che “vedere i brigatisti in tv era un oltraggio ai morti”.
A destra come a sinistra qualcuno ha parlato di “memoria infangata delle vittime di una strage che segnò per sempre la storia della nostra Repubblica”.
Tra retorica ed ipocrisia, inchieste giudiziarie e giornalistiche che attestano ancora troppi lati oscuri del rapimento Moro e dell’intero capitolo terrorismo e stragi, molti pare che si “scandalizzino” più per il “diritto alla parola” rivendicato dalla Balzerani che per il “silenzio omertoso” degli apparati dello Stato nella ricerca dellla verità sugli anni di piombo.
Chi come me li ha vissuti da militante di destra (quella vera) nella città dove sono nate le Brigate Rosse, facendo politica in una scuola dove avevo come controparte militanti di Lotta Continua, alcuni confluiti successivamente nel nucleo genovese delle Br, non può non rimarcare che il teatrino delle celebrazioni mostra delle crepe.
Mi limito solo ad alcune osservazioni.
1) Il rapimento di Aldo Moro, come atto politico, non certo la sua uccisione, al di là delle condanne per l’eliminazione della sua scorta e delle frasi di rito, in molte frange della sinistra e della destra non creò alcun turbamento.
2) La gestione della trattativa o non trattativa per la sua liberazione fu al centro di polemiche squallide al pari di quelle odierne, segno evidente che nel nostro Paese nulla cambia mai
3) Le Br godevano di consenso in ampi strati della sinistra, furono sconfitte politicamente dal Pci che pose un argine nelle fabbriche (vedi omicidio di Guido Rossa) e giudiziariamente dalla legge premiale sui “pentiti”, grazie ai quali intere colonne vennero smantellate, attraverso le delazioni dei collaboratori di giustizia.
4) Se “vedere i brigatisti in Tv è un oltraggio ai morti”, qualcuno dovrebbe spiegarci come definire aver trattato e concesso agli stessi, spesso autori di atroci delitti, salvacondotti in cambio di informazioni.
5) Se si accetta il principio della pena scontata che riporta a godere dei diritti di libero cittadino, inutile scandalizzarsi se la Balzerani esprime il suo punto di vista. Ha scontato la pena e ha diritto a dire quello che le pare: se non volevate ascoltarla la tenevate in galera, inutile fare gli ipocriti, questa è la semplice verità , anche se può non piacere.
Questo, non dimentichiamolo, è il Paese dove gli autori di tante stragi non sono mai stati individuati con assoluta certezza, dove per le stesse siamo riusciti a imbastire decine di processi contradditori nelle sentenze, dove non siamo riusciti ancora a dare un nome al mandante della strage di Ustica e dove il ruolo dei servizi nelle vere o presunte “stragi di Stato” non è mai stato chiarito.
Forse c’è più da scandalizzarsi di tutto questo che delle opionioni postume di una Barbara Balzerani o di una Francesca Mambro che hanno diritto a pensarla come meglio credono.
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