CI VOLEVA DRAGHI PER CERTIFICARE CHE TRUMP VUOLE UCCIDERE L’EUROPA: “LA NOSTRA SICUREZZA È OGGI MESSA IN DUBBIO DAL CAMBIAMENTO NELLA POLITICA ESTERA DEL NOSTRO MAGGIOR ALLEATO RISPETTO ALLA RUSSIA. L’EUROPA È OGGI PIÙ SOLA E SI CHIEDE CHI DIFENDERÀ I SUOI CONFINI”
“NELL’UE CI SONO TROPPE REGOLE E TROPPO FRAMMENTATE” … “I RITARDI ACCUMULATI DALL’UNIONE SONO PREOCCUPANTI. QUELLO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE FORSE È INCOLMABILE” -… “L’EFFETTO DEL FRAZIONAMENTO È DELETERIO. LA DIFESA COMUNE È UN PASSAGGIO OBBLIGATO”
“E’ la prima volta che torno in Parlamento dopo la fine del mio mandato da Presidente del Consiglio. E vedo dei ministri che erano nel governo che ho avuto l’onore di presiedere”.
E devo dire che rientro “con un po’ di emozione e con tanta gratitudine per quello che questa istituzione ha saputo fare in anni molto complicati per il Paese, e per quanto sta ancora facendo”. Così l’ex premier Mario Draghi in apertura dell’audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue della Camera e del Senato sul Rapporto sul futuro della competitività europea, nel ringraziare tutti i presenti.
“La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che , con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea. L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali, come è accaduto di recente alle Nazioni Unite , e si chiede chi difenderà i suoi confini in caso di aggressione esterna e con quali mezzi”. Così Mario Draghi al Senato in audizione davanti alle commissioni congiunta Industria, Bilancio e Politiche Ue.
“La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea”.
“Gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile” – ha detto Draghi – “l’Europa è oggi più sola nei fori internazionali”
L’Unione Europea ha garantito per decenni ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e, insieme all’alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti della nostra società europea. Questi valori sono oggi posti in discussione”
“La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner. I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate – ha detto Draghi – avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”
“Costi dell’energia così alti pongono le aziende – europee e italiane in particolare – in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri” mettono a rischio “la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell’economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita”.
Lo ha detto Mario Draghi, consulente speciale della presidente della Commissione Ue ed ex premier e presidente Bce, spiegando che “una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette – per imprese e famiglie”.
Per la difesa europea “occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei” e che “sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale”.
Lo ha detto Mario Draghi, consulente speciale della presidente della Commissione Ue, secondo cui “occorrerebbe che l’attuale procurement europeo per la difesa – pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023 – fosse concentrato su poche piattaforme evolute invece che su numerose piattaforme nazionali”. Un frazionamento “deleterio”: a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, i Paesi Ue alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti.
In Italia “non possiamo unicamente aspettare le riforme a livello europeo”, sono disponibili “decine di gigawatt di impianti rinnovabili in attesa di autorizzazione o di contrattualizzazione. È indispensabile semplificare e accelerare gli iter autorizzativi, e avviare rapidamente gli strumenti di sviluppo”. Lo ha detto Mario Draghi: il problema dei prezzi all’ingrosso dell’energia, pari in Europa a due o tre volte i livelli Usa, è “ancora più marcato in Italia, dove i prezzi dell’elettricità all’ingrosso nel 2024 sono stati in media superiori dell’87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto a quelli spagnoli, e del 38% rispetto a quelli tedeschi.
“La difesa comune dell’Europa diventa un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza. Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul computo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventano necessari alla difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali e a pensare a livello continentale”. Così l’ex premier Mario Draghi in apertura dell’audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue della Camera e del Senato sul Rapporto sul futuro della competitività europea.
“Secondo recenti sviluppi, i modelli di Intelligenza Artificiale si stanno avvicinando sempre di più – o stanno addirittura superando – le capacità di ricercatori in possesso di dottorato. Agenti autonomi si avviano ad essere in grado di prendere decisioni operando in completa autonomia. In Europa continuiamo a perdere terreno su questo fronte: otto dei dieci maggiori large language models sono sviluppati in Usa e i rimanenti due in Cina. In quest’area il Rapporto prende atto che il ritardo europeo è probabilmente incolmabile ma suggerisce che l’industria, i servizi e le infrastrutture sviluppino l’impiego dell’AI nei loro rispettivi settori.
L’urgenza è essenziale perché i ‘llm’ si stanno espandendo anche verticalmente”. “L’effetto del frazionamento è deleterio: a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, i Paesi europei alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti”.”Se l’Europa decidesse di creare la sua difesa e di aumentare i propri investimenti – ha aggiunto Draghi – superando l’attuale frazionamento, invece di ricorrere in maniera così massiccia alle importazioni, essa ne avrebbe certamente un maggior ritorno industriale, nonché un rapporto più equilibrato con l’alleato atlantico anche sul fronte economico”.
“Quando la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, mi ha chiesto di redigere un Rapporto sulla Competitività, i ritardi accumulati dall’Unione apparivano già preoccupanti. L’Unione Europea ha garantito per decenni ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e, insieme all’alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti dell’Unione europea, la nostra Unione europea”.
“Questi valori sono oggi posti in discussione. La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner. I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”, aggiunge.
“Occorre certamente accelerare lo sviluppo di generazione pulita e investire stesamente nella flessibilità e nelle reti, ma occorre anche disaccoppiare il prezzo dell’energia prodotta dalle rinnovabili e dal nucleare da quello dell’energia di fonte fossile. Non possiamo però aspettare unicamente le riforme a livello europeo. In Italia sono disponibili decine di gigawatt di impianti rinnovabili in attesa di autorizzazione o di contrattualizzazione”.
“È indispensabile accelerare e semplificare gli iter autorizzativi. Questo- ha proseguito Draghi- abiliterebbe nuova produzione a costi più bassi di quella a gas, che rappresenta in Italia ancora il 50% del mix elettrico, a fronte del 15% in Spagna e di meno del 10% in Francia. Inoltre, senza aspettare una riforma europea, possiamo slegare la remunerazione rinnovabile da quella a gas, sia sui nuovi impianti sia su quelli esistenti, adottando più diffusamente certe tipologie contrattuali già vastamente impiegate in altri Paesi dell’Unione europea, si pensi soprattutto alla Svezia”
(da Agenzie)
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