COME AL SOLITO GRILLO INCIAMPA SUI BILANCI DEL M5S
INFURIA LA POLEMICA SULLA MULTA DI 200.000 EURO AI PARTITI CHE NON PRESENTANO I CONTI CERTIFICATI IN BASE ALLA NORMATIVA VIGENTE
Quella tra M5s e Sergio Boccadutri, titolare della legge che ha prorogato il termine per la certificazione dei bilanci dei partiti e che la scorsa estate è stato contestato in aula dai grillini con tanto di mazzette di banconote, sembra ormai diventata una guerra di trincea.
L’ultima polemica a tenere banco è quella sull’emendamento al Milleproroghe, presentato dall’esponente del Pd, per introdurre una sanzione di 200mila euro al partito o movimento che non assolva all’obbligo di presentare il bilancio certificato.
Un atto in cui il grillino Danilo Toninelli ha visto una volontà del Pd di punire M5S “per aver rifiutato i rimborsi elettorali”.
Al di là della polemica politica, i termini della questione appaiono più complessi di come sono stati posti da Toninelli.
Se di dà uno sguardo alla relazione che la commissione indipendente di garanzia sui bilanci di partito (organo introdotto dalla riforma del finanziamento voluta dal governo Letta) ha pubblicato di recente, non risulterebbe sciolto il nodo del rendiconto di esercizio per l’anno 2013 di M5s.
La legge 96 del 2012 prevede infatti l’obbligo di presentare un bilancio certificato per tutti i partiti o movimenti che si siano presentati alle elezioni, indipendentemente dal fatto che chiedano o meno l’accesso ai rimborsi.
La questione del bilancio 2013 del Movimento è stata, negli ultimi due anni e mezzo, una spina nel fianco per Beppe Grillo, apparso piuttosto reticente in merito.
Una mancanza che la commissione di garanzia aveva segnalato allo stesso Grillo, sottolineando, nel luglio del 2014, che il “movimento cinque stelle-beppegrillo.it” risultava ancora inadempiente.
Un anno dopo, le cose non erano cambiate, poichè in un documento datato luglio 2015 del revisore contabile scelto da Grillo (International audit services) si leggeva che “l’esercizio 2013 non è stato sottoposto a revisione contabile”.
Successivamente a questa fase, come si evince dalla relazione della commissione di garanzia, accade qualcosa di singolare cui, a quanto risulta all’Huffington post, si è accennato recentemente nell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati.
I rilievi al “movimento 5 stelle-beppegrillo.it” vengono “archiviati”, perchè da Genova arriva un nuovo incartamento, che viene sottoposto al vaglio della commissione.
Si tratta però di un bilancio relativo a un soggetto politico formalmente diverso da quello tenuto all’obbligo di certificazione.
Il bilancio esaminato (e giudicato positivamente) è quello del “movimento 5 stelle — comitato promotore elezioni” e si riferisce con ogni probabilità alle sole spese elettorali sostenute dal Movimento.
La legge, però, prevede che l’obbligo di certificazione non si limiti alle spese elettorali, ma a tutto l’esercizio economico.
Inoltre, i due soggetti hanno un codice fiscale differente.
Degli oltre 80 bilanci vagliati dalla commissione, il “cambio in corsa” ha riguardato solamente la lista di Grillo ma evidentemente non è stato comunicato ai parlamentari, visto che, interpellati dall’Huffington post, alcuni deputati, tra cui Riccardo Fraccaro e Vincenzo Caso (ex-tesoriere del gruppo) hanno affermato di non essere a conoscenza della questione, ribadendo però che non si tratta di un caso di rilevo, non avendo il movimento chiesto i rimborsi.
La commissione, da parte sua, a una nostra richiesta di chiarimento, ha rimandato alle tabelle presenti sulla citata relazione, che, allo stato, continuano a non indicare che fine abbia fatto il rendiconto di esercizio del 2013 della lista “movimento 5 stelle — Beppegrillo.it”.
La sola, stando alla legge, tenuta a presentare il bilancio per quell’anno.
E come tale, passibile di multa in caso di inadempienza, qualora venisse approvato l’emendamento Boccadutri.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply