CON DRAGHI TORNA COMUNIONE E LIBERAZIONE AL GOVERNO
DA CARTABIA A GIORGETTI, DA GIOVANNINI A BRUNETTA, DA GELMINI A CARFAGNA: SONO MOLTI AD AVER FREQUENTATO GLI AMBIENTI DI CL
Mario Draghi è il nuovo presidente del consiglio tra i gruppi che sosterranno la nuova maggioranza e alcuni nomi tecnici.
Tra questi, c’è quello di Marta Cartabia, prima donna ad aver ricoperto la presidenza della Corte Costituzionale, a cui sarà affidato il Ministero della Giustizia. Stimata giurista accademica, ordinaria di diritto costituzionale, Cartabia è nota anche per una certa vicinanza al mondo di Comunione e Liberazione.
Pare proprio questa l’antica novità del governo Draghi: la presenza, sottesa ma costante, di temi e persone vicine al movimento fondato da don Giussani.
Come l’autorevole guardasigilli, anche la nuova ministra dell’Università , Cristina Maria Messa, era stata accostata al movimento cattolico nel periodo della sua elezione a rettrice della Bicocca.
E sono diversi i nuovi ministri che frequentano l’annuale raduno dei ciellini, a cominciare da Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, fino a Enrico Giovannini, alle Infrastrutture, senza dimenticare Maria Stella Gelmini (Affari generali e Autonomie) e Mara Carfagna (Sud e coesione).
Difficile allora non notare che uno dei discorsi che suggeriscono la visione politica di Mario Draghi fu pronunciato proprio al Meeting di Rimini, il 18 agosto 2020, nella giornata inaugurale del raduno di Comunione e Liberazione.
Quello di Draghi fu un intervento quasi programmatico, dal valore etico: a commentarlo, tra i vari opinionisti, ci furono anche Patrizio Bianchi, con un corsivo su Il Messaggero, e Renato Brunetta, in un’intervista di Emilio Targia per Radio Radicale. Anche Bianchi e Brunetta ora sono ministri, rispettivamente dell’Istruzione e per la Pubblica Amministrazione.
Nel 2015, Mattia Fantinati, deputato M5S, salì sul palco di Rimini “per denunciare come Comunione e Liberazione, la più potente lobby italiana, abbia trasformato l’esperienza spirituale morale in un paravento di interessi personali, finalizzati sempre e comunque a denaro e potere”, dopo anni in cui, alla kermesse estiva, si alternavano interventi e dibattiti con Bersani, Napolitano, Formigoni.
Il meeting di Rimini, per anni, è parso rappresentare il centro nevralgico della discussione politica di agosto, talora con un ruolo quasi istituzionale: nel 2013 il discorso inaugurale spetta a Enrico Letta, allora presidente del Consiglio, nel 2014, Stefania Giannini presenta la riforma della scuola proprio alla platea ciellina.
Nel 2015 sarà Matteo Renzi a intervenire al raduno di CL, con un discorso dal titolo “L’Italia e la sfida del mondo”, due anni dopo sarà Paolo Gentiloni a proseguire la tradizione istituzionale (“L’eredità e il futuro dell’Italia”, il titolo del suo intervento). Dopo qualche anno, la centralità intellettuale di Comunione e Liberazione pare ritrovata, almeno tra i nomi che ricoprono cariche istituzionali nel nuovo governo.
(da Fanpage)
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