CONSIGLIERE PDL DI VIGEVANO INSULTA NICHI VENDOLA CON TWEET OMOFOBO
ANDREA DI PIETRO, 31ENNE CONSIGLIERE COMUNALE PIDIELLINO, SI DICHIARA “NON PENTITO” PERCHE’ “NON VOLEVO OFFENDERLO”
Una “semplice battuta”, si giustifica adesso. Andrea Di Pietro, 31 anni, è il consigliere comunale del Pdl a Vigevano (quasi 70mila abitanti in provincia di Pavia) che su Twitter ha commentato così il confronto su Sky fra i candidati alle primarie del centrosinistra: “Vendola è tanto viscido quando la vaselina che usa!!”, punti esclamativi inclusi.
Il problema è che quel tweet ci ha messo un paio d’ore a girare sul social network e a furia di condivisioni la sua sparata omofoba (ma lui nega che lo sia) è diventata un caso.
Nel giro di poco, sempre su Twitter, sono arrivate le reazioni di Anna Paolo Concia del Pd (“Potresti semplicemente chiedere scusa a Vendola”), di Aurelio Mancuso dell’Arcigay (un ironico “bravo, li senti li applausi?”), di Giulio Cavalli di Sel (“civiltà lombarda di un consigliere del Pdl”, del rapper Frankie Hi-Nrg (“sei uno sfigato”), della portavoce della campagna di Pier Luigi Bersani, Alessandra Moretti (“questo fatto dimostra due cose: che serve una legge contro l’omofobia e che non sempre essere giovani è sinonimo di intelligenza”).
È così che Di Pietro si dev’essere accorto che con la tastiera c’era andato un po’ pesante. Tanto che sul suo profilo Facebook un paio d’ore dopo ha postato un parziale dietrofront che – se possibile – ha peggiorato la situazione. L’ex di Azione Giovane (la costola giovanile della defunta An) denunciava l'”accanimento pazzesco” che “alcune persone stanno facendo nei miei confronti”.
Poi si “spiegava”:
“Era per evidenziare in modo scherzoso la falsità di certe persone, in questo caso del vostro amico Vendola, che predica “bene” ma razzola male”.
E poi, “se il popolo gay si è irritato io non posso farci nulla.. Non era riferito a voi e non era offensivo. Come molti di voi gay si stanno comportando nei miei confronti. Siete voi i primi che dovete il rispetto alle persone che non hanno la vostra tendenza”.
Insomma, alla fine la vittima è lui: “Cosa volete farmi adesso per una semplice battuta? Volete giustiziarmi in piazza? Se siamo nel 2012 come dite voi, dovete capire che molte persone non sono come voi ed hanno diritto a fare una battuta che oltretutto non era riferita a voi”.
Di Pietro anche con noi non cede di un millimetro: “No che non mi sono pentito, era una semplice battuta, non volevo essere offensivo. Faccio un sacco di cose per il territorio e ora vi interessate solo per questo…”.
Pare che per ora dal Pdl non sia arrivato alcun segnale.
“Ma no, nel mio partito queste cose non sono un problema. Mi hanno solo detto che hanno capito che ho fatto solo una battuta, io non discrimino nessuno”.
E se Vendola si fosse offeso? “Mi dispiacerebbe per lui, gli direi scusa, ma ribadisco che non mi piace la sua politica. Renzi è giovane e stimabile, gli altri hanno fatto il loro tempo, Vendola pure ma non mi ispira fiducia”.
Ricapitolando, non è una questione di vaselina, ma politica, dice sempre Di Pietro.
Il quale in passato, forte della sua identità della “nostra destra nel Pdl”, si era contraddistinto per alcune proposte tipo la pena di morte (“sono cristiano, ma per gli stupratori ci vorrebbe”, disse nel 2009) e la revoca dei fondi per gli indigenti immigrati a favore dei soli italiani.
Matteo Pucciarelli-
(da “il Fatto Quotidiano”)
Il commento del ns. direttore
Ho sempre pensato che in politica contassero il cervello, le idee e i valori di riferimento.
Non so se ci vuole anche “culo” in politica, certamente farei volentieri a meno di “facce da culo”.
Questo ragazzotto dalll’aspetto fighetto-rampante mi sta sul cazzo solo a vederlo, figurarci a sentirlo sparare le sue cazzate omofobe e qualunquiste in nome di una sua presunta destra.
La sua profonda “analisi politica” si sintetizza nel giudizio “Renzi è giovane e stimabile, Vendola è vecchio”.
Non a caso preferisce il nulla generazionale come lui.
Non a caso ben rappresenta quella becero-destra che giudica gli altri in base al colore della pelle e agli orientamenti sessuali.
Non a caso è in buona compagnia con i razzisti padagni.
Non a caso proviene dalla sub-cultura di una pseudo destra mantenuta in vita da qualche patetica macchietta per meri interessi elettorali.
Si dichiara di destra, è un fervente anticomunista: negli anni in cui i comunisti c’erano davvero e ti aspettavano sotto casa, soggetti del genere si dilettavano a fare i fighetti della buona borghesia, tra vestiti firmati e week end a St. Moritz.
Allora l’unica vera e meritoria “azione giovani” da porre in essere verso costoro era quella di usare il loro culo (tanto per restare nel tema) come bersaglio delle nostre pedate per accompagnarli alla porta delle sezioni.
Luoghi dove si respirava aria pulita e non ammorbata da razzisti, puttanieri di regime e apologeti del nulla.
Noi i libri li leggevamo, non li usavamo come carta igienica.
Anche per questo abbiamo imparato a rispettare gli avversari politici e a disprezzare i paraculi.
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