CONSIGLIO DI STATO FRANCESE DICE NO AL DIVIETO DI BURKINI IN SPIAGGIA
SOSPESO IL PROVVEDIMENTO DEMENZIALE
Il Consiglio di stato francese si è pronunciato oggi contro il provvedimento anti-burkini di Villeneuve-Loubet, sulla Costa Azzurra, uno dei circa 30 comuni francesi che avevano vietato di indossare sulle spiagge il costume integrale islamico.
La misura era stata contestata dalla Lega dei diritti dell’uomo e dal Collettivo contro l’islamofobia in Francia e al centro di un dibattito che ha superato i confini del Paese.
Il divieto, di cui per primi si sono fatti promotori alcuni sindaci di destra della Costa Azzura (a partire da quello di Cannes), era stato difeso anche dal primo ministro Manuel Valls, che il 17 agosto ha dichiarato questo tipo di abbigliamento «incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica», perchè «è la traduzione di un progetto politico, di contro società , basata in particolare sull’asservimento della donna».
Ieri, invece, era stato l’ex Presidente Nicolas Sarkozy a difendere il divieto e dichiarare di essere intenzionato a estenderlo a tutta la Francia qualora dovesse tornare all’Eliseo dopo le elezioni del 2017.
Entrambi, oltre ai sindaci direttamente chiamati in causa, dovranno fare i conti con il Consiglio di Stato Valori, la cui decisione getta più di qualche ombra sulla legittimità del provvedimento da un punto di vista giuridico.
I difensori del divieto, infatti, si sono appellati alla norma che impone ai cittadini di non esporre simboli religiosi nei luoghi pubblici (divieto legato ai soli uffici pubblici) e di lasciare il volto sempre scoperto e riconoscibile (il burkini, nonostante il nome che può creare qualche confusione, non copre il volto di chi lo indossa).
Intanto, a Londra e in Germania si registrano le prime manifestazioni di fronte alle sedi diplomatiche francesi.
Nelle capitali inglese e tedesca la protesta ha preso la forma ironica di un «beach party» con decine di persone in costume da bagno, con maschera e boccaglio, teli da spiaggia e pistole ad acqua che hanno dimostrato contro quella che viene considerata una misura razzista.
Altri beach party di protesta sono stati organizzati in altre città tedesche come Amburgo, Francoforte e Dusseldorf.
Il governo tedesco, dal canto suo, ha assicurato che non sta valutando un eventuale divieto del burkini.
Lo ha confermato un portavoce del ministero dell’Interno, spiegando che il ministro Thomas de Maiziere sta valutando restrizioni all’uso del velo integrale (burka o nicab).
Francesco Zaffarano
(da “La Stampa”)
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