CONTAGIO PER OLTRE 2600 MEDICI E INFERMIERI
RAPPRESENTANO L’8% DEL TOTALE
Sono saliti a 2.629, ovvero l′8,3% dei casi totali, gli operatori sanitari contagiati dal nuovo coronavirus. È quanto emerge da una rielaborazione della Fondazione Gimbe aggiornata al 17 marzo 2020 su dati forniti dall’Istituto superiore di sanità . Lo rende noto in un tweet il presidente Gimbe Nino Cartabellotta.
Il “numero di operatori sanitari infetti – afferma all’ANSA – è enorme. L′8,3% dei casi totali è una percentuale più che doppia rispetto alla coorte cinese”.
Dispositivi di protezione “adeguati – afferma – sono necessari in tutta Italia, perchè gli operatori sanitari devono essere protetti al meglio per proteggere se stessi e per poter svolgere il loro lavoro in massima sicurezza”. “Fino all′11 marzo non conoscevamo i numeri, ora sono 2.629. Procedure e dispositivi di protezione sono ancora inadeguati. Prendersi cura di ci si prende cura”, conclude il presidente Gimbe
Tra le ultime vittime del Covid-19 c’è anche il segretario della Federazione italiana dei medici di famiglia di Lodi, Marcello Natali, 57 anni. Aveva contratto il virus con tutta probabilità visitando: era medico di famiglia a Codogno. Non aveva patologie pregresse: è stato prima ricoverato a Cremona, poi, con l’aggravarsi del quadro clinico era stato trasferito a Milano.
Dalla Federazione dei medici lombardi si solleva un grido di dolore ma anche di accusa alle istituzioni. La notizia della morte di Marcello Natali, segretario della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) di Lodi, “arriva nel silenzio assordante di ministero e Regione Lombardia, mentre alcune Regioni stanno rispondendo come possono alle nostre richieste”. Paola Pedrini, segretario Fimmg Lombardia, commenta così la scomparsa del collega vittima della Covid-19. Il medico visitava nell’area di Codogno e aveva segnalato i rischi che – nell’area primo epicentro dei contagi – correvano anche i camici bianchi e di conseguenza i loro assistiti.
“Oggi dobbiamo dire addio a un altro collega – afferma Pedrini – punto di riferimento non solo per i suoi pazienti, ma anche per tutti i medici di famiglia di Lodi. Un collega sempre disponibile, sempre attento verso i giovani e al ricambio generazionale nella medicina generale. Ha combattuto fin da subito sul campo, senza mai tirarsi indietro. Marcello Natali avrà sempre la nostra infinita stima e il nostro riconoscimento”, aggiunge la numero uno dei medici di famiglia lombardi che rilancia il suo appello: “Ora permetteteci di tutelare chi è ancora in prima linea sul fronte di questa battaglia”.
Infermieri di Bergamo: “Siamo i più colpiti, serve aiuto”
Secondo l’Ordine delle professioni infermieristiche di Bergamo, nella città lombarda si segnalano ogni giorno circa il 24-25% dei nuovi casi positivi di COVID-19 e si registra il 27% di tutti i decessi della Lombardia che si possono quantificare in una media di circa 50 al giorno. Il dato sugli operatori positivi è indicato a livello nazionale nel 12% dei contagiati, ma ci sono strutture, proprio a Bergamo, dove si parla del 30% e si tratta soprattutto di quelle non necessariamente ospedaliere, ma che ospitano pazienti fragili dove c’è la carenza più forte per i professionisti di dispositivi di protezione individuale (DPI), come ha anche denunciato la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche riferendosi a RSA, hospice e ADI.
quotidianamente in una condizione di grande pericolo sanitario e psicologico, anche a causa dei numerosi furti e rapine che stiamo subendo in questi difficili giorni”.
(da agenzie)
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