CONTE ATTACCA LA MELONI: “ORA SCAPPA, MA I SUOI METTONO A REPENTAGLIO LO STATO”
“ACCUSARE IL PD DI AVER FATTO L’INCHINO AI MAFIOSI E’ VERGOGNOSO”
Dall’altro capo del telefono, Giuseppe Conte si scusa: “Mi dia un attimo”. Echi di voci, poi l’ex premier torna al cellulare: “Mi hanno fermato per strada alcune membri di una troupe, qui a Roma girano un film su Mussolini”. Un cortocircuito spazio-temporale.
Per il sottosegretario alla Giustizia Delmastro, “il Pd dovrà spiegare l’inchino ai mafiosi”. E il segretario dem Enrico Letta ha reagito parlando di linciaggio da parte di FdI.
Fratelli d’Italia sta reagendo in modo inaccettabile: pensa di poter sottacere l’irresponsabilità e la grave superficialità di due suoi esponenti, Delmastro e il vicepresidente del Copasir Donzelli, ingiuriando e soffiando sul fuoco. Accusare una forza di opposizione di essersi inchinata al volere dei mafiosi è vergognoso, e aggrava la posizione di chi ha divulgato informazioni riservate per finalità di lotta politica.
Giorgia Meloni ha fatto appello “all’unità contro i violenti”. Che ne pensa?
Meloni è la grande assente ingiustificata. Scappa dai giornalisti e si preoccupa più di proteggere i suoi fedelissimi Delmastro e Donzelli che la sicurezza dello Stato e delle istituzioni alle prese con mafia e terrorismo. Questa non può essere la strategia del presidente del Consiglio.
Il Guardasigilli Nordio li ha giustificati per le rivelazioni sui colloqui tra Cospito e i boss giocando sulla differenza tra documenti “riservati” e “di limitata divulgazione”.
Nordio colleziona un disastro dopo l’altro. O fa finta di non sapere o non sa quello che accade nel suo ministero: non so cosa sia peggio. In entrambi i casi è un atteggiamento pilatesco e inaccettabile. Rimane un dato inoppugnabile: un sottosegretario, per ragioni di ufficio, è venuto in possesso di informazioni riservate, anche se non segrete, che non sono divulgabili e che chiaramente servono a prevenire i disordini nelle carceri e sono utili agli inquirenti per acquisire materiale investigativo. Quelle informazioni le ha passate a un suo compagno di partito, ossia Donzelli, che riveste una carica istituzionale che, a sua volta, imporrebbe massima riservatezza.
Ma la visita di quattro parlamentari del Pd a Cospito, nel corso della quale hanno parlato anche con tre mafiosi, per lei è stata opportuna?
Recarsi in visita negli istituti penitenziari per verificare le condizioni dei detenuti rientra tra le prerogative dei parlamentari. Qualsiasi altra speculazione è fuori luogo: contano le posizioni politiche assunte sul 41-bis. FdI mira ad alimentare polemiche per evitare le necessarie dimissioni di due esponenti di governo che hanno messo a repentaglio la sicurezza dello Stato, e soprattutto la funzione preventiva repressiva che gli apparati dello Stato perseguono nei confronti di detenuti sottoposti al 41-bis.
Con la mancata alleanza nelle Regionali, voi e il Pd rischiate di regalare il Lazio alle destre.
Se il Pd, dismettendo la sua tradizionale arroganza, avesse accettato di confrontarsi con noi sui programmi e avesse evitato di farsi imporre un candidato da Calenda, avremmo potuto sederci a un tavolo e trovare una soluzione condivisa, come abbiamo fatto in Lombardia e come stiamo facendo in Friuli-Venezia Giulia.
Il Pd ha invocato il voto disgiunto: i vostri elettori dovrebbero votare il M5S ma pure il dem D’Amato.
Chi vota per noi e crede nella nostra proposta non può accettare una logica del genere: la nostra candidata Donatella Bianchi è stata scelta per attuare il nostro programma politico. Questi sono espedienti che lasciamo alla vecchia politica.
Che giudizio dà del congresso dem?
Ho auspicato dall’inizio che fosse un congresso vero, realmente rifondativo. Ciò significa mettersi davvero in discussione e accettare lo scontro anche aspro tra differenti visioni. Ma non mi sembra che al momento prevalga questa prospettiva. Non credo che faccia bene al Pd e all’intero fronte progressista concludere i lavori senza una chiara linea politica. Continuare a sostenere che il partito si confronterà con Calenda e Renzi e anche con il M5S è una prospettiva priva di visione.
Elly Schlein sostiene che il Pd debba allearsi solo con il M5S: la preferisce a Stefano Bonaccini, che teorizza il campo largo?
Io dico che sarebbe assurdo completare un congresso mettendo sullo stesso piano la nostra agenda sociale e ambientale e la nostra visione con il cosiddetto efficientismo di Calenda o l’affarismo renziano. Ciò significa condannare il Pd a una nuova débâcle come quella vissuta da Letta che ha voluto il campo largo con Di Maio, Renzi, Calenda, Fratoianni e Bonelli. Noi non ci saremo, a scanso di equivoci. Avverto tutti i partecipanti al congresso che, se questa sarà la linea che prevarrà, noi non ci saremo.
Insisto: meglio Schlein?
Non mi esprimo sui candidati. A me interessano la linea e il posizionamento politico che assumerà il Pd. Facciano il congresso e scelgano: servono linearità e chiarezza di visione.
L’ha fatta sorridere il trambusto provocato nel Pd dall’ex 5Stelle Dino Giarrusso?
I vertici del Pd nelle scorse Politiche hanno cercato candidati fra gli ex M5S che hanno provato a distruggere la nostra linea politica. Se entrasse anche Giarrusso non mi sorprenderebbe. Aspetto ancora che lasci l’incarico ottenuto grazie al Movimento.
Sul Fatto Gad Lerner si è rivolto a lei e al M5S: “Con l’attendismo non si fa una vera opposizione”.
Francamente non vedo nessun attendismo, siamo chiari e determinati su tutte le questioni e non rinunciamo a restituire una visione di Paese, per un rilancio della nostra economia e un nuovo protagonismo dell’Italia.
Lei vuole superare i dem nei consensi, giusto?
Non facciamo la corsa sul Pd: vogliamo poter incidere con sempre più forza per migliorare la vita dei cittadini, e ovviamente per questo la crescita di consenso è utile.
A dividervi con il Pd c’è anche l’invio di armi in Ucraina. Pensa che dobbiate scendere di nuovo in piazza assieme contro la guerra?
Sta per ricorrere l’anniversario del primo anno di guerra. Torneremo in piazza con tutte le forze sociali, civiche e politiche che condividono la necessità di una svolta, per un’alternativa all’escalation militare. Se ci sarà anche il Pd sarà cosa buona e giusta.
(da il Fatto Quotidiano)
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