CONTE HA “DE-GRILLIZZATO” IL M5S: CON L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DIVENTERÀ UN VERO PARTITO
I DIKTAT DI BEPPE-MAO NON CONTANO PIÙ NIENTE… ANCHE TRAVAGLIO, PUR NON AMANDO CONTE, HA CAPITO CHE L’ERA DEL “CICLOTIMICO” GRILLO VOLGE AL TRAMONTO
Con l’assemblea costituente prevista per il 4 ottobre, Giuseppe Conte ha deciso di procedere al suo piano originario: trasformare definitivamente il Movimento 5 Stelle in un vero partito.
Al di là dell’enfasi con cui i pentastellati evocano il “percorso di partecipazione”, “il coinvolgimento della comunità politica”, le istanze e le proposte, il punto centrale che segnerà il cambio di passo del nuovo a trazione Conte sarà il superamento del limite del doppio mandato.
Come annunciato da una nota ufficiale “il Movimento 5 Stelle si metterà in discussione come mai ha fatto prima d’ora”. Un preciso pizzino al garante Beppe Grillo, che di fatto ha sempre tenuto in mano le redini della sua creatura, disponendo scelte, nomi e orientamenti in base ai suoi umori (come ha scritto Marco Travaglio, Beppe-Mao è un “ciclotimico”).
“L’Elevato”, abituato a comandare e decidere, questa volta è stato messo ai margini da Conte, che oggi in un’intervista al “Corriere della Sera” ha fatto capire che se ne frega dei diktat del Fondatore, e che le decisioni su nome del partito e secondo mandato saranno prese dalla comunità “senza alcuna intermediazione politica da parte mia e dell’attuale vertice politico” e senza “indebiti condizionamenti”.
Contefa un passo avanti non avendo potuto farne tre, cioè diventare il nuovo leader del “Campo largo”. Bastonato alle europee il suo ambizioso progetto di fare da contraltare al Pd, ora l’ex avvocato del popolo si muove con pragmatismo.
Il Movimento 5 Stelle ha perso voti, e ha smarrito il dna del Vaffa, senza essere riuscito a darsi una nuova fisionomia. Persino la sua leadership è stata oggetto di contestazioni e critiche.
Ecco perché Conte ora deve correre ai ripari, innanzitutto blindandosi all’interno del partito “de-grillizzato” e svuotato di ogni opposizione interna (la stessa Virginia Raggi, che sembrava un’alternativa a Conte, non è riuscita a radunare che quattro gatti), e anche all’interno della coalizione.
Accettando di essere il numero due di Elly, Conte vuole salvaguardarsi per il futuro. Della serie: io oggi accetto di fare campolargo col Pd nelle tre regioni che andranno al voto in autunno, tu domani ricordati degli amici…
Ps. Marco Travaglio, da sempre opinion-maker della galassia grillina, ha ormai capito che il “ciclotimico” Beppe Grillo non conta più nulla, e pur non amandolo si è definitivamente schierato con Conte e il suo progetto di riforma del Movimento in un partito.
(da Dagoreport)
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