CONTE SUL PALCO PER METTERE GRILLO SPALLE AL MURO
L’EX PREMIER CONFERMA LA CONFERENZA STAMPA ALLE 17.30, GRILLO NON ARRIVA A ROMA… SI TRATTA FINO ALLA CHIUSURA DEL LEADER-MERCATO
Giuseppe Conte conferma la conferenza stampa che si terrà nel pomeriggio nel cuore di Roma, al Tempio di Adriano.
A due passi da Palazzo Chigi, non lontano dalla piazza dove il 4 febbraio scorso l’allora premier dimissionario fece portare quel tavolino dal quale, tra uno scatolone e l’altro, diede l’annuncio di un suo impegno in politica con il Movimento 5 Stelle. Ovviamente ogni parola era concordata con Beppe Grillo che nei fatti lo aveva già investito dell’incarico di rifondare il partito.
Nell’arco di pochi mesi tutto è cambiato. Anche ieri Conte ha sentito il Garante ma lo show in programma oggi sarà diverso da quello ci si attendeva dopo il “predellino” di Conte.
Tanto è vero che Beppe Grillo non sarà a Roma, al contrario di quanto detto fino a ieri sera ai suoi più stretti collaboratori. Tutti segnali che danno l’idea della distanza che c’è ancora tra i due.
Distanza che potrebbe essere colmata nelle prossime ore, secondo qualcuno, ma la tesi più accreditata all’interno del Movimento 5 Stelle è quella di un gioco al rialzo da parte dell’ex premier.
“Prima attaccherà Grillo, lo accuserà così come Grillo ha accusato lui, e poi dirà quali sono le sue condizioni per diventare capo politico”, ipotizza chi sta seguendo da vicino la trattativa.
Conte si starebbe preparando quindi a gettare la palla nel campo del Garante. In fondo, come l’ex premier ribadisce questa mattina durante i colloqui privati con i parlamentari, “è stato lui a chiamarmi per chiedermi di diventare capo politico, non sono stato io a cercarlo”.
E aggiunge ancora che non ha alcuna intenzione di fare “il figurante”. Attorno a questo punto, “all’agibilità politica” del capo politico, si gioca tutta la partita. Attorno quindi ai poteri che il Garante non vuole cedere. Vuole essere consultato prima di una qualsiasi decisione politica, vuole dire l’ultima parola, mentre Conte vuole la libertà di stabilire quando deve essere consultata la rete e quando no. Posizioni inconciliabili per adesso, a cui i pontieri stanno ancora lavorando affinché vengano smussate.
Ieri il fondatore del Movimento ha messo nero su bianco, in una mail, le sue “rinunce” per avviare il disgelo. Ha ceduto il controllo sulla comunicazione e il potere di decisione sulle nomine dell’organigramma del partito.
Sulle prerogative previste attualmente per il Garante l’ex comico invece non ha ceduto. Ma su questo punto c’è una fibrillazione altissima anche nei gruppi parlamentari: per una parte consistente di questi, soprattutto alla Camera, la permanenza di Grillo come Garante è condizioni irrinunciabile per il M5S che verrà.
“Come fa ora Conte a dire di no?”, ci si chiede tra i deputati. Da qui alla conferenza stampa di Conte al Tempio di Adriano, il trend della trattativa potrebbe cambiare, in meglio o in peggio. E la task force dei pontieri si prepara all’ultima mediazione: in primis Luigi Di Maio che è tornato a fare un appello all’unità: “Lavoriamo con testa e cuore”.
Ma prima di un eventuale accordo definitivo ci potrebbe essere una fase intermedia. E a segnarla potrebbe essere il discorso di Conte nel Tempio di Adriano, tempio di grandi passaggi politici anche per i 5Stelle. Si ricorda quando Di Maio si tolse la cravatta, lasciando ufficialmente l’incarico di capo politico, e dando spazio ai team dei facilitatori. Ma neanche questa fu un’esperienza fortunata. Anzi, i facilitatori si sono dispersi nel cosmo pentastellato e nessuno ne ha più saputo nulla
Il futuro ora è da scrivere. Se giovedì, di fronte ai parlamentari, è stato il momento di Grillo che ha invitato Conte a studiare cosa sia il Movimento 5 Stelle perché inadatto, oggi sarà il momento dell’ex premier che prima di tutto scaglierà qualche macigno contro Grillo.
“Si vendicherà e poi si vedrà”, sostiene un senatore a lui molto vicino. Che confida anche che l’ex premier non chiuderà del tutto, lascerà aperta una porta, dovrà essere il Garante a dire se accoglierà le sue richieste o si invece si dovrà tornare allo schema già votato della rete di un direttorio a cinque senza Conte.
I contatti, dopo la telefonata di ieri tra i due, comunque non si sono interrotti del tutto. La trattativa continua, ma con difficoltà. È ancora una guerra di posizione, oltreché una lotta di potere. E nel mezzo ci sono i pontieri, i cosiddetti mediatori, che provano soprattutto a convincere Conte ad ammorbidire la sua posizione. Le prossime ore saranno determinanti, prova ne è il fatto che l’ex premier non ha ancora deciso la linea da tenere. E questo la dice lunga sull’aria che tira dentro M5s.
(da Huffingtonpost)
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