CORRUZIONE, LA TASSA DA 1.000 EURO A TESTA
60 MILIARDI L’ANNO , PARI ALLA META’ DELLA CORRUZIONE NELL’INTERA EUROPA
Di settimana in settimana, di legge in legge, è arrivato il momento di parlare di corruzione.
Anche in questo caso si può constatare, riscontri alla mano, che la legalità costituisce per ciascuno di noi un’effettiva e precisa “convenienza”: al di là del fatto pur importante che è cosa bella buona e giusta che le regole stabilite per tutti siano osservate da tutti e non soltanto da alcuni, oltretutto guardati con sufficienza arrogante dagli altri, i sedicenti “furbi”.
Che la corruzione sia, in Italia, una tassa immonda di devastante immensità lo sappiamo bene.
Perchè, se non siamo tanto bravi a contrastarla efficacemente, ci consoliamo stabilendone l’ammontare con conteggi ufficiali sfornati periodicamente (sempre in crescendo) dalla Corte dei Conti o da un qualche costoso “carrozzone” alle dipendenze della Presidenza del consiglio dei ministri.
Le stime dei profitti illeciti di solito sono approssimative per difetto. Ma i dati sulla corruzione italiana (sessanta miliardi di euro l’anno! Un vergognoso prelievo occulto che “ vampirizza” i cittadini, risucchiando di nascosto mille euro a testa, neonati compresi…) sono comunque spaventosi.
Resi ancor più pesanti — se mai fosse possibile — da un recente report UE che valuta il costo della corruzione in Italia pari alla metà del totale europeo.
E non consola per niente, anzi, notare che l’accentuazione del fenomeno in casa nostra può derivare anche dalle maggiori difficolta di prevenzione e contrasto che qui si registrano.
Si tratta, in ogni caso, di costi che hanno ricadute non solo sul piano immediato delle risorse che sfumano e si perdono.
Riflessi pesantissimi vi sono anche sul versante dello scialo di opportunità preziose, sia nel medio che nel lungo periodo;- con ulteriori non meno deleterie ripercussioni per la sfiducia che una corruzione pervasiva inesorabilmente scatena contro il sistema economico e contro le stesse istituzioni.
E alla fine della triste storia, nel gioco sfacciato della corruzione, oltre ai corruttori e ovviamente a coloro che si lasciano corrompere ( personaggi che usano il potere loro delegato per soddisfare propri interessi, rendendosi così responsabili di una velenosa “frattura” degli interessi generali), ci sono soprattutto quelli che ci rimettono: una grande famiglia, della quale facciamo parte tutti quanti noi;- noi che a causa della corruzione dobbiamo tirare avanti con fatica e qualcosa in meno (trasporti, scuole, ospedali, campi sportivi, centri per anziani, manutenzione strade….), qualcosa che se invece l’avessimo sarebbe decisamente superiore la qualità della nostra vita.
Dunque che la legalità paghi in termini di concrete prospettive di una vita migliore, con speranze di più felicità , non è la fissazione di un qualche magistrato con l’anello al naso delle regole.
È semplicemente vero. E dimostrato.
Gian Carlo Caselli
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