CUTRO, PELUCHE E CORI DI “ASSASSINI” ACCOLGONO L’AUTO DI MELONI E SALVINI A CUTRO
72 MORTI SULLA COSCIENZA DI CHI NON HA ATTIVATO I SOCCORSI NON SI CANCELLANO
Urla “vergogna”, “assassini”. Poi il lancio di peluche contro le auto di Meloni e dei ministri Salvini e Tajani diretti al Consiglio dei ministri a Cutro, in provincia di Crotone, dopo la strage del naufragio dello scorso 26 febbraio che ha provocato 72 vittime accertate.
Sempre a Cutro sono comparse scritte contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, poi subito cancellate.
Ma le contestazioni in piazza proseguono.
La Germania si è detta “pronta a redistribuire i superstiti”. Parigi apre ai cambiamenti delle regole di Dublino, ma chiede all’Italia maggiore impegno.
Intanto, le opposizioni alla Camera hanno abbandonato la commissione Affari costituzionali dove si discuteva la proposta di legge della Lega che vorrebbe ripristinare tutti i decreti sicurezza di Salvini.
Meloni e i suoi ministri sono arrivati a Cutro intorno alle 16 e, ad attenderli, hanno trovato un centinaio di manifestanti, che si sono radunati davanti al municipio intonando slogan contro il governo. Presente anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, finito nel mirino delle opposizioni proprio per la gestione del naufragio e che, secondo il Pd, «dovrebbe essere indagato per strage colposa».
Questa mattina, per le strade di Cutro, sono spuntate scritte anche contro di lui. Sono tre invece i ministri assenti. Si tratta di Guido Crosetto (Difesa) e Eugenia Roccella (Famiglia), mentre il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti è collegato in videoconferenza
Sui cartelli dei manifestanti che si sono radunati oggi a Cutro si leggono frasi inequivocabili, come «Potevano essere salvati» o «Non nel mio nome». «Chiediamo giustizia. A 15 giorni dalla tragedia ancora non emerge la verità. E ieri volevano trasferire le salme. Vogliamo una vera politica di accoglienza», ha urlato uno dei manifestanti durante il presidio in piazza della Scacchiera, davanti al comune che oggi ospiterà il consiglio dei ministri.
«Questa è una terra di emigrati – hanno aggiunto i manifestanti – e sappiamo cosa vuol dire lasciare la propria terra. La nostra è una manifestazione pacifica ma non ci vogliono qui, nonostante il permesso della Questura. Vogliono relegarci in un vicolo ma non ci sposteremo. Dovranno prenderci di peso».
(da agenzie)
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