DA NEW YORK LETTA SFIDA SILVIO: “ANDIAMO IN PARLAMENTO LA PROSSIMA SETTIMANA E VEDIAMO SE CI VOTANO CONTRO”
“BASTA RICATTI”: IL PREMIER METTE IL PDL ALL’ANGOLO… IL TITOLO MEDIASET CROLLA IN BORSA…CONFALONIERI TENTA DI RICUCIRE LO STRAPPO DEL PDL PER SALVARE L’AZIENDA
“Se vogliono buttare giù il governo se ne devono assumere la responsabilità di fronte al Parlamento e al paese”.
In contatto costante con Roma Enrico Letta spiega da New York che stavolta di fronte al ricatto di Berlusconi c’è una sola possibilità : sfidarlo in Aula e parlamentarizzare la crisi.
L’idea è di chiedere un voto di fiducia già la prossima settimana.
È il “piano” condiviso col Quirinale impegnato nel tentativo di contenimento: “Se oggi non rientra la minaccia di Berlusconi — spiega un ministro del governo vicino a Letta — allora la prossima settimana si va in Parlamento e vediamo se il Pdl vota contro”.
È appeso a un filo il tentativo di far rientrare la crisi.
A quello che sta facendo Napolitano, che oggi al Quirinale incontrerà i capigruppo del Pdl per un ultimo avviso.
Se non verranno fornite precise garanzie, e non generiche buone intenzioni, allora la verifica si fa in Parlamento.
Già , nella giornata di martedì.
Con Letta pronto a inchiodare il Pdl a un voto di fiducia: o dentro o fuori. E se è fuori non è per motivi economici o per l’Iva su cui le coperture ci sono, ma perchè Berlusconi — di fronte alle condanne — sceglie la linea del muoia Sansone con tutti i filistei.
Enrico Letta è categorico.
Stavolta non si può far finta di niente, e dire “abbiamo scherzato”.
Un segnale del clima che si vive nel governo è gelo tra Franceschini e Alfano materializzatosi nella telefonata di stamattina.
Anche Enrico Letta rimprovera al suo vicepremier il doppio registro di chi fa il responsabile dentro il consiglio dei ministri, e quando esce cambia casacca e va a battere le mani a chi minaccia le dimissioni.
Perchè quello che non ha funzionato nelle ultime ore è stata proprio la “parola” di Angelino. Che dava rassicurazioni a Franceschini dentro le stanze del governo per poi uscire e partecipare a una manifestazione dai toni “eversivi”.
Ecco la scelta di mettere il Pdl di fronte alle proprie responsabilità , e di parlamentarizzare la crisi.
Prima che la Giunta del Senato voti la fiducia.
È quando Letta rientrerà stanotte da New York che sarà dato il via liberta al piano dopo un confronto col capo dello Stato, impegnato in un’azione di contenimento.
Non è sfuggito a palazzo Chigi che in queste ore si è già messo in moto il “partito Mediaset” con l’intento di frenare una crisi che Doris e Confalonieri vedono come devastante per le aziende.
È sempre Mediaset l’unico argine tra Berlusconi e la crisi. È bastata la fiammata delle dimissioni per far crollare il titolo che a mezzogiorno era già a meno tre.
Molto però dipende dalle parole e dagli atti del partito di Berlusconi.
Le dichiarazioni contro Napolitano di Bondi, Santanchè e dell’ala dura di certo non aiutano a far rientrare l’incidente.
Nè Letta può essere indifferente all’insofferenza che arriva dal Nazareno: “Salva te stesso e l’onore” è il messaggio.
Il capogruppo Roberto Speranza ci va giù duro: “La minaccia del Pdl è gravissima, serve un chiarimento vero, forte e definitivo sia sul piano politico che istituzionale”. Già , definitivo.
(da “Huffington Post”)
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