DA OGGI RIMOZIONE DEI SIMBOLI LEGHISTI AD ADRO, LA SCUOLA INTITOLATA AI PATRIOTI DANDOLO, ELIMINATO MIGLIO
LA DECISIONE IERI SERA DA PARTE DELLA DIREZIONE SCOLASTICA: ADESIVI PER COPRIRE I SIMBOLI, VIA GLI ZERBINI…FINITO IL RIMPALLO DELLE RESPONSABILITA’, CAMBIA ANCHE IL NOME DELLA SCUOLA… E ORA IL SINDACO E LA GIUNTA RIFONDANO LA COMUNITA’ DEL DANNO ECONOMICO E SI TOLGANO DALLE PALLE
La polemica sulla scuola di Adro era inizata il giorno stesso della inaugurazione dell’edificio del comune della Franciacorta (Brescia) intitolato a Gianfranco Miglio, ideologo della Lega Nord.
L’11 settembre scorso, durante l’inaugurazione, si scopre che il ‘Sole delle Alpi’, simbolo celtico utilizzato arbitrariamente dalla Lega, è stato messo sulle vetrate, ma non solo, del nuovo polo scolastico del Comune venuto alla ribalta nei mesi precedenti per le polemiche sulla mensa – non si volevano ammettere gli scolari le cui famiglie non pagavano – e per le prese di posizione del sindaco leghista Oscar Lancini.
Il simbolo è anche su banchi di scuola, posacenere, cartelloni in cui s’invita a non calpestare l’erba.
Nella scuola, inoltre, i crocifissi sono stati fissati con il cemento nei muri.
La vicenda innesca subito una violenta polemica politica, si chiede un intervento del governo e dell ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che prende le distanze dall’iniziativa.
La stessa Lega frena: “Il sindaco forse ne ha messi troppi. Avrebbe potuto farne uno bello, che bastava”, dice il 19 settembre il leader del Carroccio Umberto Bossi, il giorno dopo che il ministro Gelmini aveva scritto una lettera al sindaco Lancini affinchè provvedesse a togliere il simbolo dalle aule.
Ma la replica di Lancini dà fuoco a nuove polveri: “se me lo dice Bossi, obbedisco”.
Dal paese si giunge a scrivere al capo dello Stato, e Napolitano risponde dicendo di aver preso atto della decisione del ministro Gelmini sulla rimozione dei simboli.
Seguono alcuni agitati consigli comunali, con i giornalisti tenuti fuori alla porta, e la discussione su chi dovesse pagare la rimozione dei Soli, fino all’epilogo di questa notte.
Il dirigente del polo scolastico di Adro (Brescia) Gianluigi Cadei ha infatti annunciato ieri sera, nel corso di una riunione del Consiglio di istituto, la decisione di procedere alla rimozione dei simboli della Lega presenti nella scuola.
La rimozione potrebbe iniziare già oggi.
Sempre nella riunione di ieri sera il consiglio di Istituto, secondo quando ha riferito uno dei componenti al termine della seduta, ha deciso di intitolare la scuola ai patrioti risorgimentali Enrico e Emilio Dandolo.
Il polo era invece stato intitolato dal sindaco a Gianfranco Miglio
Il consiglio di Istituto, è stato inoltre riferito, ha deliberato di prendere atto della lettera inviata dal provveditore scolastico regionale della Lombardia Giuseppe Colosio al dirigente scolastico di Adro in cui sembra chiedere la rimozione dei simboli.
E, sempre il consiglio di Istituto, ha preso atto della lettera che nei giorni successivi a quella di Colosio, il sindaco di Adro, Oscar Lancini ha inviato a Cadei, diffidandolo dalla rimozione dei simboli stessi.
La decisione del dirigente illustrata al consiglio d’istituto, convocato in seduta straordinaria, ha sbloccato una situazione si stallo nella quale si rimpallavano responsabilità e decisioni sulla vicenda. Ed è giunta in un momento contrassegnato da una crescente tensione.
I Cobas scuola avevano annunciato che Adro sarebbe stata una delle sedi della manifestazione del 15 ottobre.
Inoltre, nello scorso fine settimana, due dei soli affissi su una vetrata dell’istituto e collocati tra i bambini stilizzati, erano stati abrasi da sconosciuti facendo scattare anche l’allarme della scuola.
Il consiglio d’istituto ha ribadito la determinazione delle scorse settimane con la contrarietà alla presenza dei simboli a scuola ed ha dato “la profonda solidarietà “, al dirigente che ha dovuto prendere “una determinazione ovviamente non facile – ha detto – le cui conseguenze in questo momento sono difficilmente delineabili”.
Di fronte al silenzio e alla complicità delle istituzioni, durate settimane, solo una sollevazione popolare trasversale ha finalmente ristabilito il rispetto dell’ordinamento costituzionale anche nel comune di Adro.
In altre circostanze, una vicenda del genere avrebbe portato al commissariamento del Comune e alla denuncia del sindaco e della sua giunta. Confidiamo che ora le spese per la posa e la successiva rimozione dei simboli di partito sia addebitato dalla Corte dei Conti ai soggetti che hanno approvato la delibera, sindaco in primis.
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