DADONE, D’INCÀ E PATUANELLI HANNO CONFERMATO A CONTE CHE NON HANNO INTENZIONE DI LASCIARE IL GOVERNO
ANZI, IN CASO DI VERIFICA DI MAGGIORANZA, LA FIDUCIA VA VOTATA. D’INCÀ: “RISCHIAMO DI METTERE IN CRISI IL PAESE. NON SI CAPISCE IL SENSO DI QUESTA DECISIONE ORA”
Tenere la linea, ovvero confermare che, in caso Draghi dovesse chiedere un voto di fiducia alle Camera mercoledì, il M5S voterà a favore, perché sul dl aiuti l’Aventino era legato a doppio filo alla norma sull’inceneritore a Roma.
Sulla fiducia, il sostegno del Movimento deve esserci. Sarebbe questa la linea emersa nel confronto tra il leader del M5S Giuseppe Conte e i tre ministri pentastellati, Stefano Patuanelli, Federico D’Incà, Fabiana Dadone. La fiducia, ha esordito il capodelegazione Patuanelli, va votata se ci sarà una verifica di maggioranza.
Sulla stessa linea d’onda Dadone, che è sempre stata favorevole alla linea ‘governista’. Ma dei tre, racconta l’Adnkronos, è stato il titolare dei Rapporti col Parlamento Federico D’Incà il più duro. Mettendo in discussione, come già nel Consiglio nazionale di ieri, la scelta dell’Aventino parlamentare. Che, a suo dire, “rischia di mettere in crisi il Paese in un momento delicatissimo”, non nascondendo le sue preoccupazioni “per gli obiettivi europei che abbiamo davanti e che non possiamo mancare. Non si capisce il senso di questa decisione ora, dopo aver consegnato a Draghi dei punti che dovevano anche essere recepiti nel prossimo decreto di 15 miliardi” al centro del confronto con le parti sociali e atteso per la fine del mese.
(da agenzie)
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