DAGLI ASILI NIDO AI MONUMENTI: LE PRIVATIZZAZIONI DI TRONCA FANNO INFURIARE TUTTI A ROMA
INVECE CHE INVESTIRE PER RIDURRE LE LISTE DI ATTESA SI PROSPETTA LA SOLITA SOLUZIONE
Dopo le polemiche sui festeggiamenti di Capodanno, che in un primo momento sembrava voler far saltare, arriva altro carbone sulla testa del commissario capitolino Francesco Paolo Tronca, alla vigilia della festività della Befana.
E’ colpa della soluzione che avrebbe trovato alla crisi degli asili nido e delle scuole materne romane: annosa questione per i romani più piccoli, che da anni devono battersi a colpi di dichiarazioni dei redditi e ricorsi per guadagnare il proprio posto nella scuola pubblica.
A sorpresa, tra i titoli della cronaca cittadina, arriva il piano che sarebbe contenuto nel documento unico di programmazione 2016-2018 in cui il commissario avrebbe riportato che, per far fronte alla richiesta dei bambini in lista d’attesa, “sarebbero necessari ulteriori fondi, per un importo pari a 6 milioni e 500 mila 613 euro l’anno per la copertura delle spese di gestione”.
Dato che non c’è speranza di trovare queste risorse “si propone di avviare un progressivo passaggio alla gestione in concessione, che consentirebbe una minor spesa per ciascuna struttura stimata in 450 mila euro annui”, assicura l’analisi commissariale.
Stesso discorso per le materne: per esaurire le liste d’attesa servirebbero altre “90 sezioni nuove a tempo pieno, e ulteriori fondi per un importo pari a 12 milioni e 375 mila euro l’anno”.
Per questo l’idea è una “progressiva statalizzazione delle scuole dell’infanzia”.
Questo scenario fa sobbalzare sulla sedia anche gli ex consiglieri capitolini del Pd che per arrivare alla gestione commissariale hanno sacrificato volontariamente il proprio posto in aula Giulio Cesare.
Dopo essersi uniti al coro pro-Capodanno, oggi si aggiungono a quello anti-privatizzazione: “Vogliamo un incontro con Tronca”, chiedono a mezzo stampa.
“A Roma esiste già un sistema integrato pubblico-privato di gestione dei servizi educativi” .
Utile, a loro avviso “vista la complessità del settore e la delicatezza delle persone a cui il servizio si rivolge, un confronto immediato con il subcommissario delegato in materia”. Anche i sindacati confederali chiedono un incontro urgente al commissario, preoccupati della tutela delle oltre 6mila educatrici e insegnanti capitoline.
Insorgono i minisindaci e i miniassessori della capitale: “Faremo le barricate” annuncia Andrea Catarci, presidente del municipio VII. “Il commissario Tronca non batte un colpo sui problemi specifici segnalati dai municipi, territorio per territorio. Al contrario, dimenticandosi del carattere provvisorio e ademocratico della sua carica, rilancia la malsana idea di privatizzare gli asili nido”.
Di azzeramento delle liste d’attesa si parlava anche nel programma della giunta Marino, ma la situazione resta evidentemente irrisolta.
Stefano Fassina, candidato sindaco di Sinistra Italiana, chiede al commissario Tronca “di fermarsi e chiediamo al governo di dare indicazioni politiche chiare al commissario di Roma affinchè cambi radicalmente rotta”.
Tronca in una nota precisa che tutte le scelte ipotizzate “sono coerenti con il percorso tracciato dalla precedente amministrazione, nonchè con il piano di rientro che aveva già prescritto un programma di ristrutturazione della spesa nel settore dei nidi”.
Ma non è finita qui: il Messaggero dà conto di altri particolari che emergono dal Documento unico di programmazione 2016-2018 del Campidoglio.
In particolare il piano prevede l’affidamento in gestione ai privati (per sette o otto anni) dei monumenti che necessitano di lavori urgenti di restauro.
Tra i monumenti, ci sarebbero il Fontanone del Gianicolo (360 mila euro il costo dell’intervento), una parte delle scuderie di Villa Torlonia (300mila euro), l’Arco dei quattro venti (150mila euro) e il complesso monumentale delle serre (700mila euro) di Villa Pamphilj, due padiglioni di Villa Aldobrandini (un milione di euro), i Casali del Sepolcro di Priscilla sulla via Appia Antica (384mila euro), il casale e la torre dell’area archeologica del Sepolcro degli Scipioni (300mila euro). Il lavoro più imponente riguarda l’allestimento dell’area del Teatro di Marcello: un lavoro imponente da 7,5 milioni di euro.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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