DAI SOLITI IGNOTI AGLI INUTILI IDIOTI: NEL CENTRODESTRA AVANZA LA BANDA DEL BUCO
ALFANO STAVOLTA NON PUNTA TANTO ALLE POLTRONE: VUOLE SPEZZARE L’ASSE RENZI-BERLUSCONI
I soliti idioti. Aveva cominciato Berlusconi, a Cagliari, contro il Nuovo Centrodestra di Alfano: “Utili idioti della sinistra”.
L’ex delfino senza quid ha risposto ieri, davanti a una platea osannante a Roma, in una convention del suo partito: “Berlusconi è circondato da troppi inutili idioti, è irriconoscibile per rabbia e rancore”.
Forza idioti, dunque. Utili o inutili?
C’è pure il quasi ex ministro Gaetano Quagliariello che corregge il Leader Angelino: “Su un punto dissento, gli idioti sono stati dannosi non inutili”.
Per intensità e violenza la guerra fratricida tra azzurri e scissionisti, tra falchi e colombe di governo, ha raggiunto vette inesplorate.
Persino nei giorni del dolore e della decadenza, nell’autunno scorso, “Silvio” e “Angelino” avevano tenuto un canale aperto di comunicazione.
Tante le voci e le illazioni su una separazione pilotata.
Da ieri qualcosa è cambiato, parafrasando il film con Jack Nicholson , in nome del futuro governo Renzi.
La guerra dell’idiozia tra Forza Italia e Nuovo Centrodestra è all’ultimo sangue. Ognuno vuole spingere l’altro fuori, senza esclusione di colpi.
La prima mossa è stata di Berlusconi, forte del patto del Nazareno su legge elettorale e riforma elettorale. Il Cavaliere ha mandato avanti Verdini, con l’obiettivo di formare un gruppetto filogovernativo al Senato per emarginare Ncd e tentare di pesare sulla composizione dell’esecutivo con nomi graditi a Palazzo Grazioli: Paola Severino alla Giustizia e Antonio Catricalà alle Comunicazioni.
Nonostante le smentite, il piano non si è fermato e ruota attorno ai malpancisti forzisti di tre regioni del sud: Campania, Puglia e Sicilia. Ossia: Forza Campania, Forza Puglia e Forza Sicilia.
Ai senatori interpellati, undici, sarebbero state offerte le garanzie per alcuni posti di sottogoverno.
Per quanto riguarda Forza Campania, che alle Europee sarà una lista civetta di B., il pacchetto prevede anche il ritorno in grande stile di Nicola Cosentino, sotto processo per camorra , con una candidatura per Strasburgo.
La reazione degli alfaniani è stata veemente.
Prima smascherando l’accordo sotterraneo tra Renzi e l’ineffabile coppia Berlusconi-Verdini sul sostegno al governo, poi andando all’attacco dello stesso Condannato, reduce dalle consultazioni al Quirinale dove ha solennemente ribadito di voler mantenere il patto sulle riforme.
Risultato: a B. che vuole sfondare Ncd in questa fase di trattative renziani, Alfano risponde con un ricatto al Rottamatore.
Il segretario di Ncd vuole spezzare l’accordo tra lui e B. pretendendo l’introduzione, molto difficile, delle preferenze nell’Italicum (nonchè l’abbassamento del quorum per le coalizione dal 12 per cento al 10).
Questo uno sfogo di Alfano, ieri in privato: “Adesso basta, Berlusconi dà per scontato saremo suoi alleati. Di questo passo non sarà così e sull’Italicum vedremo chi la spunterà ”.
Secondo il cerchio magico alfaniano è questo il punto strategico che sta rallentando la frenesia di Renzi.
A scanso di equivoci, Ncd ha pure creato un cordone sanitario attorno ai contatti quotidiani tra Renzi e Verdini, entrambi fiorentini.
Gli scissionisti del Pdl sono infatti spettatori più che interessati a quanto accade nel Pd.
Hanno salutato con soddisfazione le minacce di Pippo Civati sulle manovre di Verdini e invitano anche a guardare ai nove senatori di matrice lettiana, nel senso di Enrico: “Che cosa faranno di questo passo?”.
Ecco perchè d’improvviso la partita di Renzi si è complicata. La guerra tra utili e inutili idioti del centrodestra rischia di minare seriamente la partenza del suo governo. Per gli alfaniani non è quindi solo una questione di poltrone.
La chiusura dell’accordo, dicono, prevede “tre ministri, non due”. Alfano, non è un mistero, vorrebbe mantenere le sue poltrone di vicepremier e ministro dell’Interno. Quest’ultima però Renzi vuole affidarla a un uomo di sua fiducia.
Meno problematica la riconferma di Maurizio Lupi alle Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Salute.
Non corre pericoli neanche la pattuglia di sottogoverno di Ncd: Casero, Castiglione, De Camillis, Gioacchino Alfano, Girlanda, Giorgetti, Vicari e Toccafondi.
L’unico volto nuovo di Ncd tra viceministri e sottosegretari dovrebbe essere quello di Giuseppe Esposito, senatore e influente vicepresidente del Copasir.
Gli esclusi Quagliariello e De Girolamo si concentreranno sul partito. Da ieri anche Alfano ha messo il suo cognome nel simbolo. L’ex ministro delle Riforme sarà coordinatore, Schifani presidente e la De Girolamo capogruppo alla Camera.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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