DALLA FUSIONE A FREDDO TRA DS E MARGHERITA, SOLO UN ISCRITTO SU TRE ADERISCE AL PD
QUANDO UNO PIU’ UNO NON FA PIU’ DUE… DS E MARGHERITA CONTAVANO INSIEME UN MILIONE DI ISCRITTI, HANNO PRESO LA TESSERA DEL PD SOLO IN 300.000… L’UNIONE NON FA LA FORZA…MENTRE I RED DI D’ALEMA FANNO PROSELITI
Democratici di sinistra e Margherita, quando erano due partiti distinti, avevano in totale un milione di iscritti: erano lo “zoccolo duro” del centrosinistra italiano, la base militante.
La Quercia di Fassino nel 2007, ultimo anno della sua storia, contava la bellezza di 543.000 iscritti. Negli anni precedenti ne aveva avuti ancora di più: 656.000 nel 1999; 555.000 nel 2000; 598.000 nel 2001; 549.000 nel 2003; 555.000 nel 2004; 543.000 nel 2005; 615.000 nel 2006.
Nessun’altra formazione politica in Europa poteva contare su un numero così alto di aderenti.
La stessa Margherita, partito relativamente giovane, si difendeva bene, grazie al radicamento sul territorio degli ex popolari.
Ha iniziato con 250.000 iscritti e nel 2007 ha toccato quota 430.000 iscritti, anche se in presenza di polemiche e di accuse interne di “tesseramento fantasma” ( vecchia capacità democristiana di raddoppiare le tessere).
Una volta nato il Pd, tutti si sarebbero aspettati che raggiungesse quota 1 milione di iscritti, questo era l’obiettivo, peraltro dichiarato apertamente anche da Veltroni.
Anche perchè difficile sostenere che se alle primarie partecipano 3 milioni di italiani, poi non si raggiunga a livello di tesseramento ufficiale almeno quota 1 milione.
Nonostante il tour de force ai banchetti durante le feste estive, l’abbassamento del costo della tessera a 15 euro e gli sforzi di coinvolgere la società civile, il tesseramento sta andando malissimo.
I risultati sono ben sotto le aspettative, meno di un terzo, ovvero hanno raggiunto a malapena 300.00 adesioni, come confermato dall’addetto al tesseramento Daniele Marantelli.
In pratica due ex iscritti su tre non hanno preso la tessera del Pd.
In sede cercano di minimizzare trovando giustificazioni in una maggiore serietà nel tesseramento, onde evitare episodi di malcostume.
Le norme anti-truffe e l’anagrafe degli iscritti rallentano indubbiamente le pratiche, ma è ammesso a denti stretti da molti che il tesseramento langue per ragioni soprattutto politiche, oltre che organizzative.
Ci sono zone dove il partito tiene, altre dove gli iscritti partecipano alla vita politica, votano alle primarie, ma non vogliono prendere la tessera.
In Calabria ad es. il numero degli iscritti è pari a zero. Non si è neanche partiti con il tesseramento perchè in sei mesi i dirigenti non sono riusciti a scrivere il regolamento.
Lo stesso dicasi per la Sardegna e il Lazio. Sono in molti ad ammettere che si avverte una certa difficoltà anche tra i quadri ad attivarsi, a mettersi la lavoro per fare il partito.
Ora Veltroni è costretto a convocare una mobilitazione straordinaria dal 12 al 14 dicembre, invitando tutti i big del partito a scendere in campo in prima persona per raccogliere tessere. Sull’altra sponda interna, Massimo D’Alema canta vittoria: la sua creatura, “Red” che sta per “Riformisti e democratici”, ha cominciato il proprio tesseramento contemporaneamente a quello del Pd, e ha già raggiunto quota 5.000 iscritti, che non è poco per una semplice associazione, dove la tessera costa pure 100 euro.
A Red hanno aderito presidenti di Regioni, come Errani dell’Emilia e la Bresso del Piemonte, una sfilza di ex ministri, parlamentari, segretari regionali e provinciali del Pd.
I dalemiani sono presenti in forze in Campania, Lazio e Puglia e stanno diramandosi un tutta Italia. La corrente interna antiveltroni quindi si organizza e rafforza, mentre due ex iscritti su tre non vogliono saperne nulla del nuovo Pd, sia che siano di provenienza diessina che popolare.
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