DE LUCA NON FARÀ LA FINE DI MARINO, RENZI PREOCCUPATO MA LO TIENE IN SELLA
NESSUN CASO ROMA-BIS, A DIMOSTRAZIONE CHE MARINO DAVA FASTIDIO PER ALTRE RAGIONI, MENTRE DE LUCA HA LE COPERTURE GIUSTE
“Ma quale metodo Marino?”. Nella cerchia strettissima del premier Matteo Renzi rispondono anche sdegnati rispetto agli accostamenti dell’opposizione tra il caso del governatore campano Vincenzo De Luca, indagato per corruzione, e il caso dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, indagato per l’inchiesta sugli scontrini e sfrattato dal Pd a suon di “non governa bene la città ”.
La risposta non cambia se l’accostamento lo osa un Dem come Stefano Esposito: “Su De Luca dobbiamo usare lo stesso metro di valutazione di Roma”, dice all’Huffpost. Nel pomeriggio, il presidente del Consiglio parte per Malta, per partecipare al vertice europeo sull’immigrazione. Ma prima di partire, lascia le consegne ai suoi: De Luca per ora resta in sella a Palazzo Santa Lucia.
Nervosismo e preoccupazione per questa nuova bomba mediatico-giudiziaria scoppiata nel Pd non giustificano, per ora, nessun anatema di Palazzo Chigi contro il governatore. Renzi per ora è con lui, malgrado questa vicenda non gli piaccia per niente.
Il capo del governo vuole ancora vederci chiaro. Aspetta le altre notizie che verranno fuori dall’inchiesta giudiziaria. Ma per ora ha in mano le dichiarazioni di De Luca, che si dichiara “parte lesa” di tutta la vicenda.
E poi Renzi basa il suo giudizio sul fatto che i pm stessi scrivono che De Luca è stato minacciato di “sentenza sfavorevole” da parte del tribunale civile di Napoli qualora non avesse assegnato una nomina importante nella sanità campana a Guglielmo Manna, marito della giudice Anna Scognamiglio, relatrice della sentenza che quest’estate ha accolto il suo ricorso contro la legge Severino permettendogli di rimanere in carica.
Per ora dunque il premier non muove alcun passo contro il governatore. Pur preoccupato per una vicenda che getta altro fango sul Pd, soprattutto in vista delle amministrative di Napoli la primavera prossima.
Di preoccupazione infatti parla anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ex commissario del Pd in Campania, uno che quel territorio lo conosce bene, pur essendo ligure.
“Sono preoccupato — dice il Guardasigilli — perchè per quello che si capisce si tratta di una vicenda non particolarmente esaltante, ma sarei cauto nel trarre delle conclusioni perchè siamo ai primi indizi”.
Renzi parte per Malta con un bagaglio di rammarico: quella di De Luca è l’ennesima vicenda che gli consegna la fragilità del Pd nei territori.
Ma qui “piove sul bagnato”, dicono i suoi. Nel senso che lo stato comatoso del Pd in Campania, come in altri territori, è ultra noto, fonte di preoccupazione per il voto nelle grandi città dell’anno prossimo.
Nel Pd renziano c’è imbarazzo e un strano clima di disarmo.
La posizione di Stefano Esposito, che dichiara all’Huffpost “su De Luca dobbiamo applicare lo stesso metro di valutazione usato su Roma”, resta isolata. Perchè De Luca non è Marino.
E poi anche perchè la vicenda romana, pur vinta da Renzi, ha seminato un pesantissimo strascico di macerie sul Pd, tanto che ora è difficile risollevarsi per affrontare il voto delle amministrative, si riflette a taccuini chiusi nei capannelli renziani in Transatlantico.
Il punto è che i taccuini restano chiusi in tutti i sensi: anche per difendere De Luca. Pubblicamente nessuno ci mette la faccia. Nemmeno Renzi.
Come fa sempre ogni volta che spunta una difficoltà sulla quale vuole prendere tempo prima di esporsi, Renzi si immerge nei dossier di governo.
Che in effetti gli danno un bel dafare. Prima di partire per Malta diffonde la sua enews, ridiventato ormai un appuntamento comunicativo settimanale. Non una parola su De Luca, caso che di cui da ieri sera parlano tutti i tg, talk show e siti internet. Renzi parla di immigrazione: “Oggi parto per Malta dove in serata e domattina sarà molto interessante il lavoro dei leader africani e europei. Si tratta di un appuntamento importante. È inutile dire ‘aiutiamoli a casa loro’, se poi non aumentiamo i fondi per la cooperazione, non investiamo di più in Africa e non creiamo rapporti istituzionali e diplomatici più forti. È quello che stiamo provando a fare. E pensiamo che questo sia l’unico modo per dare all’Europa un’anima. Non è solo un parametro, l’Europa”.
C’è da scommettere che il caso De Luca sarà ancora qui ad aspettarlo, al suo ritorno in Italia domani.
(da “Huffingtonpost“)
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