DEMOCRAZIA SOVRANISTA: DEL DEBBIO VUOLE CHE GLI OSPITI IN TRASMISSIONE DICANO CIO’ CHE VUOLE LUI
LA LITE CON VAURO E I DUE PESI E DUE MISURE … L’ERRORE E’ PARTECIPARE ALLE SUE TRASMISSIONI
Ormai lo schema è sempre lo stesso: invito ospiti che possono accendere micce per esasperare i toni in trasmissioni, li pungolo buttando lì frasi a mo’ di benzina sul fuoco e poi, alla fine, condanno le parole che vengono dette annunciando la fine delle ospitate televisive di questo o quel personaggio.
Il tutto condito, ora, da un concetto: non stai dicendo quel che voglio sentire e quindi hai torto.
Già in passato ci siamo occupati della televisione urlata che piace tanto al populismo da salotto e, in quel caso, avevamo sottolineato come Paolo Del Debbio fosse uno dei pochi giornalisti-conduttori a non esasperare mai i toni.
Ora, a dieci mesi di distanza, diverse puntate del suo Dritto e Rovescio hanno, di fatto, rovesciato quell’illusione.
E l’esempio più fulgido (anche se i sintomi erano evidenti da settimane) è arrivato ieri sera con lo scontro con Vauro alla presenza del parlamentare della Lega Galeazzo Bignami, di Giuseppe Cruciani, di Claudia Fusani e di Alba Parietti (in collegamento). E si parlava, ovviamente, degli insulti del professor Gozzini nei confronti di Giorgia Meloni.
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: le parole pronunciate in radio dal professore Giovanni Gozzini nei confronti di Giorgia Meloni sono orrende, deprecabili, censurabili e degne di condanna.
Per questo motivo il rettore dell’Università di Siena ha deciso di sospenderlo e nella giornata di ieri il collegio disciplinare dell’Ateneo toscano ha avviato la procedura per sollevarlo (temporaneamente e senza stipendio) dal suo incarico.
Ed è questo il prezzo per aver dato sfogo, in diretta radiofonica, a una serie di vergognosi insulti alla leader di Fratelli d’Italia.
Detto ciò, però, i media sembrano sguazzare in questa polemica come non mai. E ieri sera Paolo Del Debbio, nel suo Dritto e Rovescio in onda su Rete4, ha rappresentato l’apice del doppiopesismo mediatico: non ricordiamo, infatti, trasmissioni (come sottolineato anche da Vauro in studio) con approfondimenti critici sulla violenza verbale esplosa sui social nei confronti di Laura Boldrini dopo che Matteo Salvini salì sul palco paragonandola a una bambola gonfiabile (con tanto di bambola gonfiabile).
E su Liliana Segre non venne fatta una trasmissione quasi ad hoc. Ed è qui che si è acuito lo scontro (l’intera puntata è disponibile su Mediaset Play, ma le discussioni in studio iniziano intorno a 1h e 52”).
E parliamo di strategia. Perchè Vauro, come si evince dalle sue frasi iniziali, sottolinea come le parole di Gozzini siano folli e sbagliate. Poi, però, fa un appunto che riporta alla mente alcuni comportamenti dei parlamentari di Fratelli d’Italia. E uno di loro è in studio: quel Galeazzo Bignami, protagonista del video censimento insieme al collega di partito Marco Lisei mostrando i cognomi di chi viveva nelle case popolari di Bologna.
Lì, per esempio, non ci fu alcuna trasmissione ad hoc per esprimere solidarietà . Ed è lì che Vauro punta il dito, sottolineando come la donna Giorgia Meloni non possa essere attaccata con epiteti come quelli utilizzati del professore di Siena, ma che occorrerebbe ricordare anche come la politica Giorgia Meloni non abbia espresso solidarietà in casi come quello di Bologna (o anche per gli insulti a Laura Boldrini fatti dal collega di coalizione Salvini).
Ma Paolo De Debbio ha messo in bocca a Vauro parole mai dette: «Dai, anche se non lo hai detto volevi dire che Gozzini ha fatto bene». Insomma, incendiare la trasmissione perchè se si grida la gente ti ascolta, se usi toni soft perdi ascolti.
(da Giornalettismo)
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