DI MAIO ALLA DISPERATA RICERCA DI ALLEATI IN EUROPA CON UN PROGRAMMA DA ENNESIMO SALTO DELLA QUAGLIA
CHE COMICHE: ORA CERCA UN ACCORDO CON I VERDI EUROPEI PER CREARE UN GRUPPO ANTI-SALVINI DOPO CHE GOVERNA CON SALVINI
Si lavora per la rimonta e per arginare la Lega. La prima tappa del 2019 è infatti Bruxelles. E’ qui che Luigi Di Maio tornerà già all’inizio della prossima settimana per discutere e a ultimare il “Manifesto dei sette”
Manifesto che vuole essere anti-Salvini e contro le destre estreme, che mira a riformare l’Eurozona, a scardinare l’asse franco-tedesco e a rompere la storica alleanza tra Partito popolare europeo e Partito socialista europeo.
Gli accordi con i leader dei partiti degli altri sei paesi europei, con i quali il Movimento 5 Stelle vorrebbe formare un nuovo gruppo in Europa, devono essere chiusi nei prossimi dieci, massimo quindici giorni, perchè a fine gennaio deve già iniziare la campagna elettorale che vedrà in prima fila Alessandro Di Battista ma anche gli altri big del partito, ai quali il capo politico ha chiesto una disponibilità di almeno tre giorni a settimana per girare tutta l’Italia ma non solo.
Con Di Battista, appena tornato dal centro America, il capo politico ha studiato anche le tappe da fare all’estero durante il tour, in particolare nei Paesi dove si trovano i partiti con i quali si sottoscriverà questo manifesto, di cui il Movimento 5 Stelle punta ad essere il promotore immaginando di conquistare più seggi rispetto agli altri alleati europei.
“Miriamo a oltre trenta eurodeputati e la campagna elettorale sarà totalmente diversa da quella della Lega”, spiega un deputato M5s che si sta occupando del dossier Europee: “Diversa dunque dalla propaganda sovranista/euroscettica, piuttosto la nostra campagna sarà euroresponsabile”.
Sulla trattativa che ruota attorno al Manifesto c’è il massimo riserbo, così come sui partiti che aderiranno. Dopo il fallimento del passaggio dei pentastelli nel gruppo dei liberali di Alde, tentato lo scorso anno per svincolarsi dagli euroscettici dell’Ukip di Nigel Farage del gruppo Efdd, ora si pensa – dicono – a gruppi post ideologici e a movimenti civici.
Il M5s guada ai Verdi tedeschi, con cui si prova a ricucire dopo che alterne vicende hanno portato ultimamente a un allentamento quando Ska Keller ha detto che M5s non è appunto un movimento verde.
Eppure è sull’ambiente che i grillini vogliono recuperare terreno dando una forte impronta in questo senso anche al manifesto in via definizione.
Si pensa infatti anche ai Verdi austriaci e ad altre formazioni minori come il Partito dei Liberi Cittadini ceco, il polacco Korwin (ex Congresso della Nuova Destra) e Ordine e Giustizia della Lituania.
I nodi principali restano Francia e Spagna. Nel primo caso si escludono alleanze con “En Marche” di Emmanuel Macron, sempre nel mirino del governo italiano per la questione immigrati, ma anche con i gilet gialli.
Per quanto riguarda la Spagna viene esclusa un’alleanza anche con Ciudadanos guidato da Albert Rivera e anche qui si guarda a un movimento civico.
Tra i punti chiave dell’agenda pentastellata per il voto di fine maggio c’è senza dubbio il tema dell’ambiente, punto chiave in questa faticosa ricerca di alleati, l’abolizione del Fiscal Compact e degli eurobond, lotta all’austerità , un’economia circolare, investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3 per cento annuo di deficit di bilancio, i finanziamenti per attività agricole e allevamento finalizzati ai consumi nazionali interni, i finanziamenti in attività agricole e l’abolizione del pareggio di bilancio.
Su questi temi Di Maio cerca la convergenza di partiti che siano lontani dall’establishment e dalla destra di Salvini nella speranza che M5s diventi capofila di un gruppo in Europa.
(da “Huffingtonpost“)
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