DI MAIO CHE GOMMONI VUOLE AFFONDARE? SONO BARCHE DI PESCATORI, SVEGLIATI!
MA LEGGA LE DICHIARAZIONI DEL PROCURATORE AGGIUNTO DI AGRIGENTO SALVATORE VELLA, ALMENO CAPISCE QUALCOSA DI COSA STA ACCADENDO
Pescatori tunisini che si trasformano in scafisti. Usando un sistema che sembrava abbandonato: quello della “nave madre’ che trasporta i migranti fino a poche miglia dalla costa e poi fa completare il viaggio su un barchino.
In un’intervista alla Stampa, il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella commenta l’aumento degli sbarchi di migranti provenienti dalla Tunisia.
Vella, insieme al capo dell’ufficio Luigi Patronaggio, ha coordinato l’ultima indagine che ha portato all’arresto di 23 tunisini durante un blitz della Guardia di finanza e della Guardia costiera di Lampedusa.
“Quell’operazione ci ha aperto un mondo” commenta, riferendosi al motopesca sequestrato: oltre al regolare equipaggio c’erano altre undici persone (forse a bordo per lavorare in cambio di un ‘passaggio’ per l’Italia) e cinque migranti che avevano pagato 1250 euro per fare la traversata.
Il sistema dei pescherecci, commenta, sembrava in disuso, ma forse potrebbe spiegare i nuovi sbarchi. “Sembra di essere tornati a dieci anni fa — dice Vella — con una differenza degna di nota. Prima i pescherecci viaggiavano senza reti o attrezzature proprio perchè in realtà dovevano solo trasportare i migranti, ora fanno sia i pescatori che gli scafisti. Abbiamo trovato a bordo reti, anche se asciutte, e un po’ di pesce”. Sono centinaia i barchini di piccole dimensioni arrivati in queste settimane a Lampedusa.
“Ogni giorno sequestriamo una trentina di barche — dice Vella alla Stampa — e trattiamo una ventina di arresti in flagranza, perchè si tratta di persone già espulse che provano a tornare in Italia prima del tempo”.
Arrivano quasi sempre tunisini, precisa Vella “quindi migranti economici che quasi mai possono avere protezione umanitaria anche se c’è chi prova a fare il furbo con stratagemmi”.
Il procuratore spiega che è difficile individuare i pescherecci con i migranti a bordo mentre attraversano il canale di Sicilia, confondendosi con le altre imbarcazioni. Non si notano nè dall’alto nè dalle altre barche, perchè i barchini a bordo dei pescherecci servono in ogni caso a stendere le enormi reti da pesca.
Sono ripresi il 16 luglio scorso – dopo lo stop dovuto al Covid – i voli di rimpatrio dall’Italia verso la Tunisia. Tre finora i charter: il 16, il 23 ed il 27 luglio; un altro è in programma domani. Complessivamente – si apprende da fonti del Viminale – un’ottantina i migranti tunisini rimandati in Patria.
La “macchina” si è quindi rimessa in moto, anche se per aumentare i numeri – visto l’imponente flusso migratorio in atto dal Paese nordafricano verso l’Italia – servirebbe un nuovo accordo con Tunisi
Quello a cui sta lavorando Lamorgese e che Di Maio sta affossando conla su incompetenza.
(da agenzie)
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