DISOCCUPAZIONE AL 9,2%, OLTRE QUOTA 2.300.000, L’INFLAZIONE CRESCE DEL 3,3%, LA SPESA AUMENTA DEL 4,4%
I DISOCCUPATI AUMENTANO DEL 2,8% RISPETTO A DICEMBRE… PER I GIOVANI DAI 15 AI 24 ANNI E’ AL 31,1%
Il tasso di disoccupazione sale ancora a gennaio, di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre, portandosi al 9,2%.
Lo comunica Istat, confermano che si tratta del livello massimo dal 2004.
Ma guardando al numero dei disoccupati, che salgono a 2,312 milioni (+2,8% su mese, +64mila persone), si torna ai livelli del 2000.
Guardando alle serie storiche trimestrali è il più dato alto dal primo trimestre 2001.
Il numero dei disoccupati, pari a 2.312.000, aumenta del 2,8% rispetto a dicembre (64 mila unità ).
Su base annua si registra una crescita del 14,1% (286 mila unità ).
L’allargamento dell’area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-63 mila unità ) rispetto al mese precedente.
Il tasso di inattività si posiziona al 37,3%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.
A gennaio il numero di occupati registra una variazione dello 0,1% (+18 mila unita’) rispetto a dicembre 2011.
Il risultato positivo interessa sia la componente maschile sia quella femminile.
Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione segnala una variazione pari allo 0,2% (+40 mila unità ).
A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile, ovvero l’incidenza dei 15-24enni disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è al 31,1%, in rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2011 e di 2,6 punti su base annua.
Il tasso di disoccupazione giovanile ormai si colloca sopra quota 30% da 5 mesi, ovvero da settembre.
Male, a gennaio, anche la disoccupazione in Europa: il dato Eurostat segnala un tasso del 10,7% nell’Eurozona (era 10,6% in dicembre) e del 10,1% nell’Ue a 27 paesi (10% in dicembre).
I disoccupati sono 24,325 milioni nell’Unione europea, di cui 16,925 in Eurozona; l’aumento rispetto a dicembre è di 191 mila persone, di cui 185 mila nei 17 paesi della moneta unica.
I tassi di disoccupazione più elevati si confermano in Spagna (23,3%), Grecia (19,9% ma il dato è di novembre), Irlanda e Portogallo (entrambi al 14,8%).
In Italia il dato di gennaio è pari al 9,2%.
I paesi dove il problema è meno marcato sono l’Austria (4%), Olanda (5%) e Lussemburgo (5,1%).
A febbraio il costo della vita sale al 3,3%.
Lo scorso mese, secondo quanto riferisce l’Istat nelle stime preliminari, l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività , comprensivo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 3,3% rispetto al febbraio 2011 (era al 3,2% a gennaio).
L’inflazione acquisita per il 2012 (ovvero quella che si avrebbe ipotizzando che l’indice stesso rimanga nei restanti mesi dell’anno al medesimo livello dell’ultimo dato mensile disponibile) è pari all’1,9%.
Il rincaro del cosiddetto carrello della spesa, cioè i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti), è del 4,5% su base annua.
Il rialzo, superiore al tasso d’inflazione (3,3%), risulta il maggiore dall’ottobre del 2008.
La lieve accelerazione dell’inflazione deriva dall’aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+4,2% dal +3,9% di gennaio 2012) soltanto in parte compensato dal calo di quello dei servizi (+2,2%, dal +2,3% del mese precedente).
Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta di quattro decimi di punto rispetto a gennaio.
Continuano a crescere i prezzi di benzina e gasolio.
A febbraio, la benzina è aumentata del 2,1% su base mensile e del 18,7% su base annua (era +17,4% a gennaio).
Il gasolio per mezzi di trasporto ha segnato un incremento dell’1,3% su base mensile e del 25,4% su base annua (era +25,2% a gennaio).
Rialzo record per la verdura ma corrono anche i prezzi della pasta, della carne e del caffè. Il rialzo congiunturale dei prezzi degli alimentari non lavorati è principalmente imputabile all’aumento dei prezzi dei vegetali freschi (+8,6%, -0,1% in termini tendenziali).
Incrementi su base mensile più moderati si rilevano per i prezzi della frutta fresca (+1,5%), in flessione su base tendenziale (-2,3%) e per i prezzi del pesce fresco di mare di pescata (+2,1%, +5,9% in termini tendenziali) e del Pesce fresco di mare di allevamento (+0,9%, +8,8% su base annua).
Nello stesso comparto si segnala, inoltre, l’aumento congiunturale dello 0,4% della carne bovina, in crescita in termini tendenziali del 2,7%.
Secondo la Coldiretti, due settimane di neve e gelo sui quali si sono innescati anche fenomeni speculativi hanno spinto i prezzi delle verdure (+8,6%), della benzina (+18,7%) e del gasolio da autotrasporto (+25,4%), che insieme hanno fatto volare il carrello della spesa al top dal 2008.
In Europa, l’inflazione è leggermente più contenuta, anche se resta su livelli preoccupanti. Secondo la stima flash di Eurostat, il tasso annuale dovrebbe salire al 2,7%, contro il 2,6% registrato a gennaio.
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