DOPO I TAGLI NEL SETTORE PUBBLICO, DECINE DI MIGLIAIA DI ESUBERI ANCHE NELLE AZIENDE PRIVATE
PREVISTI ALMENO 35.000 TAGLI NEL SETTORE PRIVATO, AUMENTERA’ LA DISOCCUPAZIONE… ECCO I CASI A RISCHIO IN ITALIA, IN CUI I POSTI DI LAVORO SONO IN PERICOLO
Secondo gli esperti economici internazionali, in Italia ci aspettano due anni di recessione economica, con il debito pubblico che tornerà a salire e il tasso di disoccupazione in netto rialzo. Questo significherà non solo crisi finanziaria, ma anche aziende destinate a chiudere, posti di lavoro a rischio e in Italia almeno 35.000 esuberi previsti.
Un futuro a tinte fosche che contagerà gran parte dei Paesi europei certo, ma che vede nell’Italia uno degli anelli più deboli della catena.
Il bollettino delle vittime di questa crisi deflagrante è in costante aggiornamento.
Puntuale, come le vecchie cambiali, la notizia della Fiat che metterà in cassa integrazione per due settimane dal 3 al 16 novembre tutte le linee a Mirafiori, fatta eccezione di quella della Mito.
Il provvedimento interessa anche dal 3 al 9 novembre, gli addetti alla produzione di ponti e cambi della Powertrain Stura di Torino e quelli della Powertrain Verrone nel Biellese.
In Fiat sono ancora da contabilizzare i cassaintegrati: a rischio i 5.000 dipendenti di Pomigliano d’Arco e i 1.700 di Termini Imerese.
Il mercato delle auto è in crisi pure in Germania, dove la Opel chiuderà per due settimane gli impianti, la Bmw per 4 giorni la fabbrica di Lipsia, la Porsche è in crisi profonda, la Ford lascerà a casa 200 lavoratori part-time nella fabbrica di Saarlouis.
Torniamo in Italia. Nei primi sei mesi di quest’anno le aziende che hanno sospeso temporaneamente tutta o parte dell’attività produttiva sono passate dalle 669 del 2007 alle 782 del 2008, con un incremento del 17%.
Gli esuberi previsti poi non saranno complessivamente inferiori alle 35.000 unità . La Cai di Colaninno ha in programma i famosi 3.250 esuberi per dar corpo alla nuova Alitalia, Telecom taglierà 5.000 posti di lavoro. Un disastro poi gli esuberi previsti nelle banche.
I tagli nei grandi gruppi bancari italiani che hanno cambiato faccia per le varie fusioni ( Unicredit, Intesa-San Paolo, Bnl Bnl Paribas e Mps) sono circa 20.000.
Per l’Unicredit è una Caporetto: settimila dipendenti in esubero dopo la fusione con Capitalia.
Il piano industriale del Gruppo prevede 9mila esuberi spalmati in Europa, ma quelli italiani, considerato che un migliaio di persone sono già tornate a casa l’anno scorso, è il più massiccio con ben 7.200 tagli.
La fusione tra Banca Intesa e San Paolo di Torino ha portato altri 6.500 tagli. Stesso destino per 2.750 dipendenti di Bnl, mentre l’integrazione di Antonveneta con Mps prospetta il taglio di 1.200 persone. Per un totale solo dai colossi italiani di 17.650 persone a spasso.
Passiamo alla telecomunicazione: la 3G licenzierà 450 dipendenti, cui vanno ad aggiungersi i 5.000 licenziamenti Telecom.
Allo stremo anche il gruppo Natuzzi, con 2.400 cassaintegrati e 1.200 esuberi), nello stesso ambito lucano che ha visto i “divanieri” Natuzzi e Nicoletti ridurre da 2.100 a 700 il numero dei lavoratori. Consoliamoci con la Francia, dove il forte gruppo Carrefour, colosso della grande distribuzione, ha perso il 2,3% delle vendite, con un calo del comparto alimentare del 7,8% e sta meditando di ridurre gli addetti.
In Italia le prime avvisaglie si sentiranno a breve.
Finiamo con gli elettrodomestici: la Riello di Lecco ha tagliato149 posti, l’Electrolux di Scandicchi ha fissato 750 esuberi, mentre nel gruppo Merloni si parla di posizioni a rischio per 5.500 dipendenti all’estero e 3.200 in Italia.
Il quadro delineato non risente ancora in modo tangibile delle ripercussioni derivanti dalla crisi dei mercati internazionali. Tra qualche settimana in settori come quelli bancari e assicurativi il rischio è quello di una deriva di tagli senza più freni.
E qualcuno rassicurava all’inizio che ” non ci saranno conseguenze per l’Italia”…
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