DRAGHI ALLA CAMERA PASSA CON MENO VOTI DI MONTI, IL M5S SI SFASCIA: IN 32 DISSENTONO
E ORA NASCERA’ UN NUOVO GRUPPO CHE PARTE CON GLI STESSI PARLAMENTARI DI FDI E CHE POTREBBE NEL TEMPO AGGREGARE ALTRI EX GRILLINI
Il governo Draghi incassa una maxi-fiducia anche alla Camera. I sì sono 535. Il margine è evidentemente larghissimo, come già alla vigilia suggeriva il sostegno di tutti i gruppi più numerosi di Montecitorio, anche anche se c’è chi partì meglio: Mario Monti nel 2011 arrivò al record di 556, Giulio Andreotti nel 1978 toccò quota 545. L’altro dato politico della lunga giornata dell’emiciclo della Camera è lo smottamento di una parte del gruppo dei Cinquestelle, così com’era avvenuto al Senato mercoledì.
La cifra è comunque significativa: sono per ora 32.
I No dichiarati sono stati 16, gli astenuti 4, sono usciti dall’Aula in 12
Molti di loro avevano annunciato il proprio no alla linea di Beppe Grillo nei giorni scorsi ma anche nel dibattito in Parlamento a ridosso della votazione, negli interventi a titolo personale e in dissenso dal gruppo: Corda, Sapia, Spessotto, Testamento, Volpi, Baroni, Cabras, Colletti, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Russo, Sarli, Termini e Vallascas.
A questi si aggiungONO 4 astenuti (tra cui l’ex sottosegretario Alessio Villarosa) e una dozzina di non partecipanti al voto: Corneli, Ehm, Menga, Romaniello, Maria Edera Spadoni (che è vicepresidente della Camera), Tucci, Di Lauro, Masi, Penna, Scutellà , Suriano e Zanichelli.
Infine, altri due parlamentari erano in missione, Mammì e Vianello.
(da agenzie)
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