IL PACCO DI GRILLO: QUEL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA VICINO A RENZI CHE SCEGLIE COME CAPO DI GABINETTO LO STESSO DELLA BOSCHI
IL QUESITO SU ROUSSEAU ERA UNA PATACCA: NON SOLO IL NUOVO MINISTERO NON HA PREVISTO L’ACCORPAMENTO CON QUELLO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MA E’ STATO DATO A UN AMICO DI RENZI
Mario Draghi ha avuto una bellissima idea quando ha dato ragione a Beppe Grillo sul ministero della Transizione ecologica: lui s’è preso la fiducia del 60% della base grillina — e poi dei gruppi parlamentari (salvo i renitenti alla leva) — e ora il Paese ha il suo ministero del futuro.
D’altronde, chi direbbe no a “un governo tecnico-politico” che “preveda un super-ministero della transizione ecologica?”.
Nessuno tra i grillini, specie dopo che Grillo in persona aveva spiegato sul suo blog che “un super-ministero per la transizione ecologica è la coordinazione per trasformare la società — non solo l’economia. È uno strumento fondamentale”.
Ah le idee, che belle che sono: vanno, vengono, s’adeguano, s’aggiornano.
Certi rivoluzionari d’antan dicevano che sì, bene le idee, ma senza il potere di farle camminare si fa solo conversazione: roba vecchia, superata, i bottoni non ci sono e la stanza nemmeno.
E così al ministero della Transizione ecologica (il 37% dei fondi Ue) va un tecnico che però lavora a Leonardo/Finmeccanica, cioè Roberto Cingolani, già ospite della Leopolda e locupletato da Renzi, quand’era direttore scientifico dell’Iit di Genova, di una barcata di milioni mentre la ricerca nel resto d’Italia faceva la fame: va detto che il nostro ha prodotto molta ricerca, pure troppa, firmando per anni oltre un articolo scientifico a settimana…
Dice: vabbè, ma dipende dalla squadra. E chi sarà il capo di gabinetto di Cingolani? Roberto Cerreto, consigliere parlamentare, già capo di gabinetto di Maria Elena Boschi al ministero delle Riforme e poi all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi quando Boschi era sottosegretaria di Paolo Gentiloni.
Vili questioni di nomi, vecchi tic giornalistici sugli sconti di potere, estremismo come malattia infantile eccetera: contano le idee, è l’idea che traccia il solco e dentro il grillino ci pianta un fiore. “Mettiamo dei fiori nei nostri bazooka”, ha scritto il Garante. L’acqua poi ce la mette Renzi, tranquillo.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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