DRAGHI NON CEDE ALLE MINACCE DI SALVINI: CONFERMATO IL COPRIFUOCO ALLE 22
IL PREMIER IRRITATO PER IL VOLTAFACCIA LEGHISTA: “MISURE ERANO STATE DECISE ANCHE CON LA LEGA”… LA LEGA SI ASTERRA’, COSI’ PERDERA’ DAL TAPPO E DALLA SPINA
Il coprifuoco rimarrà alle 22, probabilmente almeno fino alla fine di maggio, poi si vedrà. Non passa la linea della Lega e di molti presidenti di regione da Massimiliano Fedriga a Stefano Bonaccini di spostare di un’ora la linea del rientro obbligato a casa. Contrario Roberto Speranza, che vuole evitare in tutti i modi misure che possano incentivare assembramenti serali con l’arrivo della bella stagione, sulla linea della prudenza anche Dario Franceschini. §
Ma è soprattutto il parere di Mario Draghi a orientare la scelta. Già prima del Consiglio dei ministri dal suo entourage arrivava un secco “No” in risposta alla domanda se l’orario verrà rivisto. Decisione poi confermata dalla riunione dei ministri, alla quale la Lega ha reagito con un atto ostile: “Non votiamo il testo così com’è”.
A nulla è servita una lunga riunione preparatoria dei ministri per cercare di trovare una quadra, che ha fatto slittare il Cdm di quasi un’ora.
Raccontano di un Draghi molto irritato per il voltafaccia del Carroccio, dopo che molte delle richieste del Carroccio erano state accolte e dopo una cabina di regia che aveva dato l’ok alle misure con il sonsenso di tutti i presenti.
Spiega chi ha seguito il dossier che “c’è stata una cabina di regia la scorsa settimana, e se ne è usciti con una decisione unanime che su questo non prevedeva cambiamenti”.
Fonti di governo sottolineano come anche nelle riunioni preparatorie del Cdm i tecnici dei ministeri a guida leghista non abbiano sollevato obiezioni sul punto.
Il rischio, secondo il premier e il ministro della Salute, deve essere “ragionato”, le riaperture graduali. Mettere tutto sul piatto in una volta sola “potrebbe dare un messaggio sbagliatissimo, vanificando tutti gli sforzi fatti finora”.
Ma i leghisti si sono presentati a Palazzo Chigi con un mandato preciso: ottenere lo slittamento del coprifuoco e la riapertura dei ristoranti anche al chiuso. “Mi fido di Draghi”, aveva detto in mattinata Salvini, quelle che vengono ora definite “parole al vento” da uno dei ministri.
La tensione nella riunione che ha preceduto il varo del decreto è salita alle stelle, senza tuttavia riuscire a definire un punto di caduta. Alle nuove richieste della Lega Draghi ha opposto un secco no, irritato per il voltafaccia leghista, decidendo di tirare dritto sul testo concordato.
Gelo intorno al tavolo del Cdm, quando lo strappo si era già consumato. Quando Speranza ha illustrato le principali misure, compreso il coprifuoco mantenuto alle 22, Giancarlo Giorgetti e i suoi colleghi hanno serrato le labbra e non hanno proferito parola, salvo mettere a verbale alla fine la propria astensione.
C’è una ragione sanitaria e una ragione politica nel muro sulla quale è sbattuto il Carroccio, che dopo aver spinto per il cambio di passo ha deciso all’ultimo di alzare la posta, imboccando una strada sulla quale Forza Italia ha deciso di non seguire gli alleati.
Un esponente 5 stelle del governo la mette giù così: “C’è stata anche una logica di coalizione, con Pd e Leu ci siamo mossi insieme, non possiamo permetterci di dare l’idea che sia Salvini a dare le carte a 360°”.
Le tensioni hanno avviluppato prima e dopo la riunione dei ministri. Anche Italia viva si era schiera per un allungamento dell’orario del lockdown notturno: “Spero che si possa posticipare alle 23”, aveva detto la ministra Elena Bonetti.
Secca la risposta di fonti di Leu: “Non ci stupiamo, sono gli stessi che chiedono una commissione d’inchiesta sul lockdown dell’anno scorso, è più facile che siano d’accordo con la Lega che con noi”.
In mattinata Salvini aveva mandato un sms a Draghi, da via Bellerio da ore si agitava lo spettro di non votare le misure in Cdm se le richieste della Lega (oltra al coprifuoco la principale riguarda la riapertura anche di alcune attività al chiuso, ristoranti compresi) non fossero state accolte.
La risposta di Draghi è stata ferma: “C’è un calendario di riaperture deciso tutti insieme qualche giorno fa”. Punto.
(da “Huffingtonpost”)
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