DURANTE LA PANDEMIA AL PIO ALBERGO TRIVULZIO ASSENTI 2 DIPENDENTI SU 3
SCARSITA’ DI MASCHERINE E CARENZA DELLE MISURE DI SICUREZZA PER I LAVORATORI
Due dipendenti assenti su tre. Durante la pandemia di coronavirus al Pio Albergo Trivulzio di Milano, casa di cura per anziani, il 65% dei circa 900 operatori non era al posto di lavoro perchè in malattia o in permesso.
Lo scrive la Commissione regionale sulla gestione dell’emergenza nel Pat nella sua relazione conclusiva, riportata da Corriere della sera e la Repubblica.
I risultati sono stati trasmessi anche alla Procura di Milano che ha in corso un’inchiesta sul Pat e su altre Rsa.
“Un livello così elevato di assenze difficilmente trova spiegazione nella diffusione del contagio tra gli operatori” da Covid-19 scrive la Commissione, che segnala altre criticità , come la scarsità di dispositivi di protezione individuale e la carenza nell’applicazione delle misure di sicurezza per i lavoratori. Tra i dati positivi, se così si può dire, la mortalità inferiore alla media tra gli ospiti.
Le prime misure per il distanziamento sociale sono del 23 febbraio, quando vengono limitati gli accessi dei visitatori, che saranno vietati solo il 10 marzo. Cinque giorni prima il documento di valutazione del rischio biologico prevedeva già igienizzante per mani in ogni reparto, ma mascherine ffp2 solo per il personale considerato a rischio per le proprie condizioni di salute e non per il lavoro che svolge.
Solo il 22 marzo, in pieno lockdown, viene fatto riferimento ai rischi di contagio a causa del droplet e bisogna attendere il 22 aprile per le prime prescrizioni di sistemi antivirus per altre parti del corpo. Ma quello dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione, ricorda la commissione, è stato un problema comune.
Oltre all’alto grado di assenteismo, si segnalano anche gli scarsi tamponi sui lavoratori.Se nelle strutture sanitarie pubbliche in media il 40% degli operatori viene sottoposto a tampone, con il 21% di casi positivi, nel Pat la percentuale scende al 21% (16% di positivi). Il test sierologico fatto al 64% degli operatori nelle altre Rsa, con il 17% di positivi, ha riguardato il 68% del personale della Baggina col 18% di positivi.
(da agenzie)
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