E’ BOOM DI PARTITINI: DA 4 LISTE PRESENTATE NEL 2013 A 18 GRUPPI
E’ IL RECORD DEI CAMBI DI CASACCA
Tra gruppi e sottogruppi se ne contano ben 18 alla Camera e 19 al Senato.
Solo negli ultimi venti giorni sono nati quattro nuovi partiti dentro e fuori il Parlamento: il Movimento Democratico e Progressista dei fuoriusciti del Pd, la Destra sovranista di Alemanno e Storace, i Centristi per l’Europa di Casini, mentre Sel ha definitivamente completato la trasformazione in Sinistra Italiana.
E non è finita qui, perchè l’11 marzo Giuliano Pisapia battezzerà ufficialmente il suo “Campo Progressista”, mentre il 18 Angelino Alfano lancerà il Polo dei moderati sciogliendo definitivamente Ncd.
La voglia di proporzionale spinge a dividersi.
Dopo la bocciatura dell’Italicum da parte della Corte costituzionale, ultimo atto di un progressivo sgretolamento del bipolarismo, nel mondo politico è esplosa la voglia di proporzionale.
Protagonisti della Prima e della Seconda Repubblica si dividono e si rincontrano, abbandonano partiti piccoli e grandi per dare vita a nuovi soggetti in un crescendo che ha segnato l’intera legislatura.
Basti pensare alla Camera dei 12 gruppi, tra cui il Misto diviso in 7 sottogruppi, solo quattro corrispondono alle liste elettorali in corsa nelle politiche del 2013.
Si tratta, come rileva Openpolis, di Pd, 5Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Al Senato poi si riducono a tre. In mezzo c’è stata l’implosione del Pdl (che ha dato vita a ben sei nuovi gruppi a partire da Forza Italia), il dissolvimento di Scelta Civica, i movimenti in entrata e in uscita dal Pd, l’emorragia di parlamentari grillini
Cambi di casacca, e boom.
E i cambi di casacca toccano nuovi record: dall’inizio della legislatura, calcola ancora Openpolis, ce ne sono stati 447, per un totale di 373 parlamentari.
Vale a dire che quasi il 40 per cento (39,26%) di chi siede in Parlamento ha cambiato almeno una volta gruppo politico (ma non sono pochi quelli che lo hanno fatto ripetutamente).
Si tratta di un aumento di oltre il 50 per cento rispetto alla precedente legislatura (2008-2013) quando i parlamentari protagonisti di almeno un cambio di casacca furono 180, per un totale di 261 passaggi da un gruppo all’altro.
Un movimento tellurico che sembra destinato a proseguire, e che si sta intensificando man mano che ci si avvicina all’orizzonte delle elezioni politiche.
Perchè il sistema elettorale con cui andremo a votare, anche se non ancora definito, avrà comunque un impianto proporzionale.
E questo basta per far partire la corsa al posizionamento di partiti e partitini ansiosi di far valere il loro peso politico, reale o presunto, quando si tratterà di stringere alleanze. Comunque inevitabili prima o dopo il voto.
Lavinia Rivara
(da “La Repubblica”)
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