E’ BRUNO VESPA IL VERO PORTAVOCE DI BERLUSCONI
PROVE SCHIACCIANTI
Il sorpasso porta la data di otto mesi fa.
Ospite di Porta a Porta, il presidente della Camera Gianfranco Fini guardò negli occhi Bruno Vespa e disse: “Non mi pronuncio sulla faziosità del servizio. Neanche Bonaiuti avrebbe fatto di meglio”.
Non bastò la comune cravatta a pois a rasserenare gli animi.
Il conduttore si stranì, ne nacque un lungo diverbio sulle frequentazioni del giornalista Rai.
Inutile dire con chi.
Eppure, in quella serata di marzo, i più risentiti delle parole di Fini si immagina siano stati lo stesso Paolo Bonaiuti, portavoce della presidenza del Consiglio, e Daniele Capezzone, front man del Pdl.
Da quanto tempo è che nessuno li attacca più?
La verità è che da un pezzo le notizie su Silvio Berlusconi non escono più dalle stanze di via dell’Umiltà o dagli uffici di palazzo Grazioli ma dal salotto di Porta a Porta.
I “porno giornalisti” e i “porno magistrati” che lo “ricoprono di calunnie” sono cronaca di questi giorni. Così come la spiegazione dei rapporti con Lavitola: tutta colpa d’Alfredo, il maggiordomo. Ma guai a pensare che siano solo frasi buone per lanciare l’ultimo libro del giornalista Rai.
Da “Questo amore”, Silvio Berlusconi è autorizzato ad attingere a suo uso e consumo.
Lo ha già fatto con “Viaggio in un’Italia diversa”: le anticipazioni del settembre 2008, sono tornate utili al premier a maggio 2009 e ancora con due anni di ritardo, a maggio del 2011, distribuite ai giornalisti durante una pausa dell’udienza Mills.
Come un comunicato qualsiasi.
Così, dalla firma in diretta del Contratto agli italiani del 2001, Vespa si è ritagliato un ruolo che non conosce rivali.
Si vanta di essere “uno che dà i soldi a Berlusconi” (quindi, quando c’è un libro in uscita, si presume il premier debba garantire il silenzio stampa).
Pubblica con Mondadori, in cambio ha da 15 anni “il privilegio” di vederselo presentare dal premier in persona.
Solo una volta ha dato forfait: “Donne di Cuori” ha dovuto fare a meno della benedizione di B., colpito al volto due giorni prima dalla statuetta del Duomo lanciata da Massimo Tartaglia.
Nel salotto tv di Vespa, Berlusconi ha portato la sua versione della rottura con Veronica (“Adesso parlo io”).
Ufficio stampa in trasferta a L’Aquila a settembre 2009 con la consegna delle casette post-terremoto.
A Natale di quell’anno, poichè “il presidente del Consiglio non ha ritenuto opportuno un dialogo, sia pure mediato, con il quotidiano romano”, ci ha pensato Vespa, “riformulando” le celebri 10 domande di “Repubblica”: “Berlusconi risponde di fatto a quasi tutte”, chiariva il mediatore.
A luglio 2010 ha addirittura messo a disposizione casa per una cena con Berlusconi, sua figlia Marina, Draghi, il cardinal Bertone e il leader Udc Casini.
Nemmeno invitato Paolo Bonaiuti, che finora ha mantenuto almeno il ruolo di officiante agli incontri di palazzo Grazioli, oltre a quello di sfondo alle immagini del premier. Capezzone neanche quello.
Colpito da un pugno in faccia un anno fa, sembra ancora tramortito: nell’ultimo mese si è occupato di indignati, di Todi, ma soprattutto di Amanda e Raffaele.
Bonaiuti invece è zitto da venerdì.
Ora è alle prese con i tagli all’editoria, di cui ha la delega, ma secondo governo.it  , nell’ultimo anno le sue uscite da portavoce sono solo 8, quasi sempre per delle precisazioni.
Su Facebook qualcuno ha lanciato la campagna “Questo cavolo avrà più fan di Paolo Bonaiuti”.
Lo fecero già con Berlusconi: il premier fu sconfitto in consensi da un pomodoro. Paolino, per ora, resiste.
Paola Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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