“E’ TUTTO ORGANIZZATO DA ROMA LADRONA”: ORA BOSSI SI DICHIARA PRIGIONIERO POLITICO
IL SENATUR RISPOLVERA GLI ATTACCHI ALLA CAPITALE: “SIAMO SOTTO L’OCCHIO DEI MAGISTRATI CHE CI MANDANO”…”NON HO ANCORA DECISO SE RICANDIDARMI”
Umberto Bossi non sa ancora se se si ricandiderà a segretario della Lega Nord.
Il leadre del Carroccio, dimissionario da ieri dopo essere stato travolto dallo scandalo partito dall’inchiesta Belsito e nominato da ieri presidente del partito, ne ha parlato oggi con alcuni giornalisti: “Non abbiamo ancora deciso quando faremo il congresso — ha risposto a chi gli chiedeva se si ripresenterà come candidato al congresso federale — allora te lo dirò”.
Però torna subito il Bossi di sempre: la colpa è di Roma “farabutta” e dei magistrati “che ci manda”, però poi ammette che la Lega è anche sotto “l’occhio” dei militanti: “La Lega è pericolosa, perchè è sotto l’occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati — sostiene — ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente”.
Frasi che arrivano nel giorno in cui emerge che la segretaria amministrativa del partito Nadia Dagrada ha confermato ai magistrati, durante l’interrogatorio di martedì scorso, che la Lega effettivamente ha incassato soldi in nero.
Il leader della Lega, per 23 anni a capo del partito, ha lasciato la sua villa di Gemonio per raggiungere Milano dove nel pomeriggio incontrerà Roberto Maroni: “Me l’ha chiesto lui per discutere cosa dobbiamo fare”.
Nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Bossi ha parole di comprensione: “Maroni non è Giuda e ha solo fatto una specie di corrente, i barbari sognanti, che non penso sia con me ma neppure contro di me”.
Bisogna fare “le cose giuste”, continua, per rispondere alla base leghista: “Nella Lega bisogna essere cauti con la militanza, perchè è gente che ci crede”. “Io non sono più il segretario, ma resto un sostenitore”. “Ho anche più tempo libero” ha scherzato.
Poi un consiglio al nuovo tesoriere della Lega, Stefano Stefani: “Deve rintracciare tutta una faccenda molto scura, anche l’avvento di questi che poi si scoprono legati alla mafia“.
Si tratta, ha proseguito, “degli stessi che lavorano per imprese di Stato che producono armi” per le quali servono certificati antimafia.
“Mi sa tanto di organizzato”. Infatti Bossi la vicenda giudiziaria che si è abbattuta sulla Lega Nord è “una cosa molto ambigua, è stata preparata tutta”.
”A mio parere mi sa tanto di organizzato” insiste.
Organizzato da chi? “Noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, anche dell’Italia, del centralismo italiano, uno Stato che non riuscirà mai a essere democratico”.
“E quindi — ha aggiunto — il nord deve prendere in seria considerazione di mandarli tutti a quel paese”.
“Non è un caso” che lo scandalo sia scoppiato proprio ora, dopo la rottura dell’alleanza tra Pdl e Lega: secondo lui c’è chi teme che la Lega “sequestri tutti i voti del nord” ed era necessario “agire prima”.
Bossi cerca anche gli strumenti per difendere nel merito in particolare suo figlio Renzo, che la segretaria amministrativa Nadia Dagrada indica come il destinatario di cifre di denaro delle casse della Lega per comprare un’auto o per ristrutturare un balcone della villa di Gemonio.
Bossi ha detto che con il figlio ha parlato: “Mi ha portato le prove che l’automobile è sua e l’ha pagata lui, di questo sono certo perchè l’ho visto coi miei occhi”.
Quanto alla residenza di Gemonio, il senatore ha replicato che “Quello della casa è falso”.
Bossi ha ricordato i lavori spiegando che “hanno sbagliato a rifare un balcone che perdeva acqua e abbiamo chiamato uno della Lega bergamasca che poi non ha mandato la fattura”.
Comunque sulla vicenda nel suo complesso Bossi ha ammesso che “ci sono molti lati oscuri”.
Tuttavia, nell’attesa dell’incontro di oggi in via Bellerio, se una parte del partito continua a fare scudo non solo su Bossi ma anche sull’intero partito, c’è chi dall’interno auspica un deciso cambio di direzione: “Andiamo alle amministrative senza grandi credenziali — dichiara il presidente della Regione Veneto e ex ministro Luca Zaia — Serve essere un palazzo di cristallo: trasparentissimo”.
In effetti per Zaia “se prenderemo una bastonata ce la siamo cercata” e quindi diventa una “scelta doppiamente fatta bene andare da soli alle prossime elezioni.
La Lega si deve mettere come un cristallo in piazza e così potrà misurarsi e farsi giudicare sulla pubblica via.
Il giudizio sull’inchiesta è duro: “Se fosse mai confermato ciò che si legge qualsiasi leghista non dovrebbe fare altro che rabbrividire ed indignarsi. E’ chiaro che bisognerà vedere l’esito di questa inchiesta”.
I familiari, aggiunge, devono restare fuori, altrimenti “facciamo come i baroni dell’università ”.
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