ECCELLENZA ITALIANA: FUORI DALLA TERAPIA INTENSIVA TAFIDA, LA BIMBA A CUI I MEDICI INGLESI VOLEVANO STACCARE LA SPINA
GRAZIE ALLE CURE DEL GASLINI DI GENOVA LA BIMBA COLPITA DA EMORRAGIA CEREBRALE STA MEGLIO E RESPIRA SETTE ORE AL GIORNO DA SOLA
Fino a sei mesi fa Tafida, bimba inglese di 5 anni di origini bengalesi, era destinata a morte certa ma oggi, grazie ai medici del Gaslini di Genova, le sue condizioni migliorano ed è uscita dalla terapia intensiva.
Secondo il Royal London Hospital (dove era ricoverata in seguito a un’emorragia cerebrale che le aveva provocato gravissimi danni, ndr) Tafida non avrebbe avuto speranze, eppure la bimba continua a combattere ogni giorno anche grazie al sostegno di sua mamma, che le è sempre accanto in uno dei quattro miniappartamenti del “Guscio dei bambini” del Gaslini.
A raccontarlo è il Corriere della Sera.
Oggi, quattro mesi dopo, è uscita dalla terapia intensiva e respira ormai sette ore al giorno da sola, senza macchine. La madre è già autonoma nella gestione della bimba, le dà da mangiare attraverso un buchetto nello stomaco e sa usare il ventilatore collegato alla trachea. I margini di miglioramento forse non sono finiti. Tafida non guarirà mai, se per guarire si intende tornare a come era prima […] Si chiamano cure palliative pediatriche. Nel caso dei bambini non accompagnano alla morte, ma alla vita. Tafida non ha una malattia degenerativa […] Tafida è inguaribile, certo. Ma è curabile. “Se per curare intendiamo prendersi cura”.
A parlare delle condizioni attuali della piccola è Luca Manfredini, il direttore del “Guscio” del Gaslini, il luogo che ha accolto la bimba dopo il verdetto dell’ospedale inglese a cui i genitori si erano arresi.
Dopo aver intubato Tafida per farla respirare e dopo averla alimentata con un sondino naso-gastrico, infatti, il Royal London Hospital affermò che sarebbe stato meglio staccare la spina. Così i genitori di Tafida scrissero una mail a Pietro Petralia, direttore del Gaslini. “Aiutateci siamo disperati”: questo il loro grido di dolore, che non è rimasto inascoltato. Come riporta il Corriere:
Il direttore della terapia intensiva, Andrea Moscatelli, studiò per un mese il caso, poi andò con una èquipe a Londra, visitò la bambina. Proposero un piano terapeutico. Convinsero il giudice di Sua Maestà . Per la prima volta una sentenza emessa a Londra diceva che andava tenuto conto anche del parere della famiglia, a differenza di quanto era avvenuto in celebri casi come quelli di Charlie e Alfie. Tafida fu portata al Gaslini con un aereo specializzato, una specie di sala di rianimazione volante.
Anche se Tafida non guarirà mai, le cure possono aiutarla a stare meglio. Come dice il dottor Manfredini al Corriere:
“Abbiamo quattro parametri per definire la cura proporzionata […] Possibilità di successo, aumento della quantità di vita, aumento della sua qualità , rispetto della dignità del paziente e della famiglia, in modo che i costi, non quelli economici ma quelli umani, non siano eccessivi. Nel caso di Tafida tutte e quattro le condizioni si sono verificate”.
(da agenzie)
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