EDITORIALE
LA LEGA HA FATTO BINGO … MANCA SOLO LA BADANTE. SILVIO CONCEDE ANCHE LA VILLA DI ARCORE. FINI SECCATO SI CHIUDE IN CAMERA …A SILVIO, PRESTANOME DI BOSSI, VERRA’ INTESTATO UN CASINO’?
Forse gli Italiani erano stati male informati nei due mesi trascorsi e il 13 aprile in realtà non sono andati alle urne per votare Berlusconi o Veltroni premier. Come a Genova è stato nominato Merlo presidente dell’Autorità portuale, in qualità di prestanome del presidente della Regione Burlando ( nel silenzio del PdL), così a Roma ( non ladrona in questo caso) è stato votato premier Silvio Berlusconi, forse in qualità di prestanome del “plenipotenziario” Umberto Bossi. E’ quanto si evince dall’esito dell’incontro ad Arcore ( Padagna periferica), dove ieri la Lega ha ottenuto quattro ministeri di peso per i suoi uomini più rappresentativi, ovvero il Senatur alle Riforme, il Maroni al sax degli Interni, il fine Calderoli vicepremier e Luca Zaia all’Agricoltura. All’appello manca per ora Rosi Mauro, sindacalista padagna e ormai assurta al ruolo di badante, visto che non si stacca per contratto per più di un metro dal Senatur ( ha regolare permesso di stare sia in soggiorno che in cucina comunque).
E’ stato così sancito in Italia il principio che chi ha preso circa un quinto dei voti di un altro ( 8% della Lega contro il 38% del PdL), ha diritto a occupare un terzo delle poltrone che contano. Soprattutto perchè gli altri hanno, come direbbe la Santanchè, le “palle di velluto”: Fini è seccato, ma si è chiuso in Camera ( diverrà Presidente, ruolo istituzionale), e parlerà sempre meno di politica ( che sia un vantaggio?), i suoi colonnelli sono sistemati ( La Russa alla Difesa, Matteoli alle Infrastrutture, Alemanno o Sindaco di Roma o “revisore dei conti che non tornano”).
Berlusconi riesce a trattenere qualche ministero col permesso della Lega ( Tremonti e Scajola validi, ma poi Bondi, Bonaiuti, Letta, Frattini, Prestigiacomo, …dove sono le novità ?), tra un po’ gli tocca subaffittare alla Lega pure la villa di Arcore per farla diventare una Sala Bingo o un Casinò, gli investimenti privilegiati leghisti ( fantozzianamente finiti “tragicamente”).
Avendo sempre sostenuto che nel Centrodestra “tutti sono utili e solo Berlusconi è indispensabile”, non avendo condiviso la “politica ad escludendum” che ha portato alla emarginazione dell’UDC, de “la Destra” e di Ferrara, non siamo tra coloro che amano “chi alza la voce” per ottenere visibilità a scapito della coalizione o chi “pretende ministeri chiave” perchè “solo loro” sono i duri e puri. E non ci facciamo condizionare nel giudizio dalla conoscenza degli esponenti liguri della Lega a cui non affideremmo in custodia neanche le chiavi della cantina, in quanto altrove esistono ottimi amministratori e persone coerenti e serie.
Nel clima di peana che ora circonda il successo della Lega, almeno una voce di parziale dissenso di analisi si erga.
Vediamo di sintetizzare:
punto 1 . La Lega ha usufruito di un enorme vantaggio sulle schede e Bossi è stato abilissimo a sfruttarlo: essere l’unico partito “coalizzato ma esterno”. Tanti elettori avrebbero votato Forza Italia o AN se fossero stati distinti, ma uniti no, perchè non volevano votare o Fini o Silvio e alla fine hanno votato l’unico partito coalizzato, ovvero la Lega.
punto 2. Se al posto, o insieme alla Lega, avessero avuto accesso i partiti di Casini o Storace avrebbero avuto, grazie alla legittimazione, almeno un 2% in più, in coalizione.
punto 3. La lega ha riscosso giustamente il credito derivante dall’avere amministrato egregiamente il territorio, con punte nelle città simbolo, come Verona. Un voto pragmatico che premia sindaci seri e onesti.
punto 4 La lega rifiuta di essere definita il terminale di “un voto di protesta”, sostenendo trattarsi di una adesione al “progetto federalista”. Noi pensiamo semplicemente che abbia raccolto voti su tre idee base: la sicurezza, dov’ è risultata più credibile di altre forze politiche, “meno tasse”, in questo trovandosi accomunata al PdL, e ” il soldi restino a casa nostra”, facendo leva su una concezione “non solidale” e egoistica tipica di chi “pensa che al mondo esistano solo i soldi come scopo della vita”. E questo concetto è “trasversale” ai vari ceti sociali del nord e non solo. Inutile distinguere tra “voto operaio” e ” voto imprenditoriale”, se il modello di sviluppo ed etico è lo stesso. Si abbia il coraggio di dirlo senza arrampicarsi sugli specchi.
Conosco gente che da Sinistra ha votato Lega o PdL solo perchè Berlusconi ha promesso la detassazione degli straordinari, non credo rappresentino un voto “di adesione ideale”. Basta intendersi sui termini. Non basta dare maggiore indipendenza finanziaria alla Regioni, se poi chi le governa li spende male: il problema è spenderli bene e questo dipende dagli uomini, non dal meccanismo virtuale innescato.
Diamo atto che la Lega è stata corretta durante il governo Berlusconi precedente, ma infastidisce la presunzione dei “duri e puri” che tali non sono, delle sparate su Roma ladrona quando poi (sollevando critiche persino da Castelli, peraltro) si accettano contributi da palazzinari romani o quando, come in Liguria, non emerge mai una figura di livello, ma vengono riciclati personaggi discutibili che si sono risparmiati persino la campagna lettorale, godendo di protezioni dall’alto.
A Silvio consigliamo di dare spazio alla meritocrazia, all’interno del Governo, non a chi suona il trombone o il bassotuba. Gli italiani non sono fessi e tra due anni alle Europee, se non si governa bene, chi oggi ride domani può anche piangere. E se piange per un “voto di protesta” o ” per il programma” riveste poca importanza…sempre di un fazzoletto per asciugare le lacrime avrà bisogno.
la foto è stata tratta da “Il Giornale”
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