EFFETTO LARGHE INTESE: ALLA GUIDA DEL PORTO DI NAPOLI PREFERITO UN INFETTOLOGO A UN AMMIRAGLIO
UN INCARICO CON UN MILIARDO DI EURO DA GESTIRE PER L’EX SENATORE PD RICCARDO VILLARI, TRASMIGRATO AL PDL DOPO AVER CAMBIATO CINQUE PARTITI
E’ lui l’uomo giusto, con un curriculum perfetto e le capacità per far avanzare Napoli. E’ il mare la nuova frontiera di Riccardo Villari, medico infettivologo e soprattutto democristiano fantuttone che il governo delle larghe intese con ogni probabilità rilancerà alla guida dell’Authority del porto di Napoli.
Sul tavolo del ministro Maurizio Lupi l’attesa nomina e la probabile scelta verso il senatore del Pdl.
Villari, insieme all’ammiraglio Domenico Picone, al direttore di Napoli Servizi Dario Scalella e all’ex sindaco di Castellammare Luigi Bobbio, è in corsa per l’ambita poltrona.
Gara che da mesi tiene col fiato sospeso i concorrenti e che pareva, con l’avvicinarsi delle elezioni e il timore che il Partito democratico le dominasse, escludere figure del centrodestra.
Ma le larghe intese hanno rivoluzionato le aspettative della vigilia e riconosciuto a Villari la pole position.
E’ una poltrona che vale oro: 350 milioni di fondi europei in arrivo a cui si aggiungono ad altri cofinanziamenti da parte dei privati per la trasformazione del porto in un modello scalo aperto al Mediterraneo, un hub commerciale e turistico di prima grandezza.
Circa un miliardo di euro avrà tra le mani il senatore Villari, nel caso — come ormai sembra — che lui sia indicato a guidare la trasformazione dello scalo, oggi in affanno. Il curriculum di Villari d’altronde è a prova di bomba.
Nato democristiano, ha frequentato con successo il centrosinistra, gestendo da par suo i voti della Margherita a Napoli.
Nella scorsa legislatura Villari ha traghettato il suo corpo verso il centrodestra attraverso il metodo della sussunzione.
Fu nominato presidente della commissione di Vigilanza Rai dal Popolo della libertà , nonostante il veto del suo gruppo di appartenenza.
Si rese disponibile al sacrificio e accettò l’incarico con grande senso delle Istituzioni. La lite che ne seguì con il Partito democratico fu presto risolta.
Riccardo fece le valigie e passò verso l’altra sponda.
Da Berlusconi ha ottenuto poi anche l’incarico di sottosegretario ai Beni culturali e infine la ricandidatura al Senato.
Oggi è a palazzo Madama senza ruoli di rilievo, ma pronto al servire il Paese.
Nei corridoi di palazzo Madama giganteggia il suo pensiero: “Questo è un palazzo abitato da anime morte. Io non devo chiedere nulla, sarà la Provvidenza a incaricarsene, se e quando accadrà ”.
Adesso sembra che la Provvidenza se ne sia ricordata e il suo nome è sottoposto alla caritatevole firma del ministro Lupi.
Sarebbe un bottino niente male anche per Luigi Cesaro, alias Giggino a Purpetta, che da presidente della Provincia di Napoli ha avanzato la proposta.
C’è da fare tanto, i soldi ci sono e Villari, come detto, è uomo del fare.
“Ho dato prova della mia concretezza nel periodo di lavoro al ministero”, commentò poche settimane fa.
Adesso è tutto pronto: l’incarico vale un miliardo di euro.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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