ELEZIONI SPAGNA, SCRUTINIO COMPLETATO A MEZZANOTTE: IL CONFRONTO IMPIETOSO CON L’ITALIA
ALLE COMUNALI DI MESSINA CI SONO VOLUTE TRE SETTIMANE… “DA NOI SISTEMA FARRAGINOSO E IMPREPARAZIONE DEGLI ADDETTI AI SEGGI”
Alle mezzanotte di domenica sera il 99% delle schede per l’elezione della Camera in Spagna era scrutinato. Non solo: ministero, siti di informazione, profili social erano in grado di fare immediate previsioni sulla composizione di (im)possibili maggioranze in base alla non semplicissima legge elettorale.
Un confronto impietoso con l’Italia dove anche in tempi recenti lo spoglio delle schede ha richiesto tempi biblici. In occasione delle politiche dello scorso settembre i seggi chiusero il lunedì alle 15 ma sul far della sera poco più del 10% dei voti era stato esaminato e vidimato. Ci sono poi casi da enciclopedia: nel giugno del 2022 sono stati necessari 18 giorni per proclamare gli eletti alle comunali di Messina; un po’ meglio andò alle regionali del 2019 in Sardegna dove ci volle poco più di una settimana perché il governatore Christian Solinas risultasse ufficialmente vincitore.
Non è solo la Spagna ad apparire di un altro pianeta rispetto all’Italia: la Grecia è andata al voto il 25 giugno scorso e nella serata di domenica la vittoria di Kyriakos Mitsotakis non veniva messa in dubbio. Stesso copione in aprile in Finlandia dove la premier uscente Sanna Marin dopo poche ore dovette rassegnarsi alla sconfitta. Capitolo a parte la Svizzera, dove gli elettori vengono chiamati alle urne più volte nel corso del medesimo anno e dove alla cinque del pomeriggio l’esito di qualunque consultazione è di dominio pubblico (lì però i swggi chiudono in genere alle 12 della domenica).
«In effetti lo scarto tra quanto avviene in Italia e negli altri Paesi in occasione di consultazioni elettorali è ormai evidente»: parola di Lorenzo Pregliasco, fondatore di Youtrend, società che ormai da anni analizza ed elabora i risultati elettorali e dunque lavora sul flusso dei dati. Sul perché di tale scarto Pregliasco individua alcune criticità: «Una prima è data dal sistema elettorale: il Rosatellum non è dei più semplici , ha una quota proporzionale e una maggioritaria . Nel caso delle amministrative, poi, occorre conteggiare anche le preferenze, “scusa” che però non vale per le politiche».
«In Italia poi scontiamo una certa farraginosità nella trasmissione dei dati – prosegue il responsabile di Youtrend – la catena prevede un passaggio dai comuni, poi dalla prefetture e infine al Viminale. Mettiamoci poi regolamenti e procedure di spoglio tutt’altro che semplici e infine una certa impreparazione degli addetti allo spoglio . Non dimentichiamo che spesso si fatica a reclutarli e devono essere chiamati all’ultimo momento; basta un’incertezza, una contestazione un dubbio su poche schede e tutto il meccanismo si inceppa allungando i tempi».
(da Il Corrriere della Sera)
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