ELUANA ORA NON DARA’ PIU’ DISTURBO
AVEVAMO FATTO IL TIFO PER SILVIO PERCHE’ IL GOVERNO LA SALVASSE…NON C’E’ MAI STATA LA CERTEZZA CHE LEI AVESSE MANIFESTATO LA VOLONTA’ DI NON VIVERE IN QUELLE CONDIZIONI, ANZI UNA TESTIMONIANZA SMENTISCE CLAMOROSAMENTE IL PADRE… SE SI VOLEVA SALVARLA VERAMENTE CI SI DOVEVA MUOVERE PRIMA… BASTA CON LA SOLITA STORIA DELLA CHIESA CHE CONDIZIONA, I VALORI MORALI DOVREBBERO VIVERE ANCHE TRA I LAICI
Alle 20.10 di ieri sera Eluana ha tolto il disturbo, diciassette anni dopo l’incidente che l’aveva portata nello stato che conoscevamo. Il cervello non funzionava, ma il corpo era reattivo entro certi limiti. Non era un malato terminale e sofferente, per capirci.
Il laico Vittorio Sgarbi nei giorni scorsi aveva detto “Non si possono accettare sentenze di morte in un Paese che non lo prevede. Anche se non si volesse ammettere che la sentenza poggia su un falso, su una presunzione incerta e fantasiosa, la ragione porta alla stessa soluzione della fede: quello che sembra inguaribile oggi può non esserlo tra due anni, grazie ai progressi della scienza”.
Il tribunale di Milano ha dato spazio solo alle tesi del padre di Eluana, auto certificatore della volontà presunta della figlia che avrebbe espresso, nel caso di incidente di quel tipo, di non volere vivere in quelle condizioni.
Ma questa tesi di una Eluana anticlericale è clamorosamente smentita dalle sue amiche e dai fatti. Si è mai visto un anticattolico lasciare la Università Statale dopo due anni, per iscriversi alla Cattolica? O chiamare con affetto la suora ex insegnante?
La verità è che la personalità di Eluana è stata ricostruita in modo lacunoso. Sarebbe bastata una testimonianza per riaprire il caso, quella di Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, risvegliatosi dopo due anni dallo stato vegetativo che ha dichiarato “Beppino Englaro mi confessò, in presenza di altre persone, che non era vero niente che sua figlia avrebbe detto che, nel caso si fosse ridotta vegetale, avrebbe voluto morire”.
Troppi interrogativi lasciati in sospeso, mentre Eluana andava a morire.
Un tribunale che decide sulla base dell’autocertificazione del padre e non ascolta altre testimonianze, una corsa contro il tempo per “farla morire” prima che il governo riesca a prolungarne la vita, avvoltoi ovunque, case di cura che diventano di morte.
Alle spalle l’incapacità di liberarsi delle solite polemiche anticlericali, come se non ci fossero stati decine di laici ad esprimersi per la vita di Eluana e al richiamo dei valori etici della vita.
Non c’è bisogno di essere baciapile per difendere la vita, basta avere una coscienza.
Se poi i modelli di riferimento devono essere i genitori che accompagnano le figlie 16enni a bombarsi le tette o i ragazzini di “buona famiglia” che a 16 anni, nel bresciano padano, violentano e seviziano in 5 una quattordicenne, non stupiamoci di fronte a fatti di questo tipo e non parliamo di “mancanza di valori”, di crisi di ideali, di disprezzo della vita, se poi ci accodiamo sempre dietro gli egoismi, il conformismo, l’edonismo, la convenienza.
Di fronte al fatto che Eluana non avesse mai manifestato la propria volontà , abbiamo fatto il tifo perchè Silvio che la facesse a far approvare il disegno di legge.
Ma non possiamo sottacere che la sentenza del tribunale di Milano era nota da tre mesi e se ci si fosse mossi anche solo che dieci giorni fa, Eluana sarebbe ancora viva.
Opportunismo e ritardi da una parte, conformismo laicista dall’altro.
Napolitano non ha firmato, ne risponderà alla propria coscienza, così come Silvio e i ministri che hanno atteso mesi.
Eluana ora da lassù si è liberata da tutti, presunti amici che hanno voluto ammazzarla, case d cura che praticano la morte, predicatori e ballerine.
Ha preferito togliere il disturbo in anticipo, per non ascoltare ulteriori speculazioni su di lei.
Siamo arrivati al punto che qualche parlamentare o cittadino esprime le condoglianze al padre di Eluana.
Che condoglianze si possano esprimere a chi l’ha fatta ammazzare non ci è chiaro, semmai avrebbe dovuto trasmettergli le felicitazioni, no? Forse non se ne sono accorti.
Come in Italia tanti non si accorgono che ormai si fanno più battaglie per negare qualcosa o qualcuno o per la morte, che per affermare valori e principi etici e il valore supremo della vita.
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