EMERGENZA PROFUGHI A ROMA E LA RAGGI NON FA NULLA
SOLO TREMILA I POSTI MESSI A DISPOSIZIONE DAI VARI CENTRI DI ACCOGLIENZA GESTITI DAL VOLONTARIATO, ISTITUZIONI ASSENTI
L’emergenza migranti a Roma è una costante che di emergenziale ha ben poco. Il dodicesimo rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni curato dal centro studi Isos mette in evidenza, con i numeri, le tante criticità che continuano a svilupparsi anche nel 2016, a due anni dall’apertura dell’inchiesta Mafia Capitale.
«Roma, a differenza di Milano – si legge nel dossier – non è ancora attrezzata per l’accoglienza stabile».
Lo dimostrano i 3mila posti totali messi a disposizione di rifugiati e richiedenti asilo dai vari centri di accoglienza, a fronte di un flusso che ha visto passare da Roma negli ultimi tre anni oltre 80 mila migranti.
Non tutti passati per restare, certo, ma dei cinquemila che si sono rivolti all’ufficio Immigrazione del Comune nel 2016, più di mille a dicembre erano ancora in attesa di una risposta, che in molti casi si traduce nella possibilità di avere un tetto sopra la testa e un pasto caldo assicurato.
Allargando lo sguardo sulla situazione a livello regionale, non va molto meglio.
Il Lazio, dopo la Sicilia, è la seconda regione italiana per numero di posti messi a disposizione dai centri Sprar, il sistema di protezione per i rifugiati.
Eppure, negli ultimi tre anni, mentre è cresciuto del 19 per cento il numero di ospiti delle strutture, sono diminuiti del 7 per cento i posti a disposizione.
Delle persone accolte nei sistemi Sprar, solo il 10% sono donne.
Si alza l’età media dei rifugiati: meno migranti tra i 18 e i 25 anni (-6 per cento), mentre è in lieve aumento la fascia tra i 26 e i 30 anni (+2 per cento).
Il sistema di accoglienza di Roma, al di là dei centri, viene tenuto in piedi dalle associazioni di volontariato e dal cosiddetto “privato sociale”.
Una situazione vissuta però con difficoltà , «senza l’aiuto delle istituzioni», accusa Fabiana Musicco, di Refugees Welcome Italia, associazione che si occupa di trovare a rifugiati e richiedenti asilo ospitalità in famiglie italiane.
E non va meglio all’associazione Baobab, tra le più importanti realtà del settore a Roma, che si è vista costretta allo sfratto nel 2015, dopo aver visto passare nel suo centro 35 mila migranti tra i soli mesi di giugno e ottobre, e nell’ultimo anno ha subito 17 sgomberi dei campi d’emergenza allestiti dietro la stazione Tiburtina.
Nonostante questo, i volontari di Baobab Experience continuano ad assicurare accoglienza, così come un presidio medico e legale ai rifugiati.
(da “la Stampa”)
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