ERA L’ITALIA CHE DOVEVA FAR ATTRACCARE L’AQUARIUS, SALVINI E TONINELLI HANNO VIOLATO LA LEGGE, ECCO LE PROVE
I PROFUGHI ERANO STATI SOCCORSI DALLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA E POI “TRASBORDATI” SULL’AQUARIUS, QUANDO AVREBBERO DOVUTO ESSERE SUBITO POSTI IN SALVO, DA QUI LA COMPETENZA ITALIANA, HA RAGIONE MALTA… MA QUALCUNO HA TENUTO ALL’OSCURO GLI ITALIANI, ORA ASPETTIAMO CHE LA MAGISTRATURA INDAGHI
Grazie alla guida dell’avvocato del popolo Giuseppe Conte e alla fermezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini l’Italia finalmente sta riprendendo il posto che le le spetta al centro del Mediterraneo.
Mare nostrum come lo chiamavano i latini; ma è preferibile non ricordare questa espressione perchè richiama alla memoria proprio missioni di salvataggio dei migranti.
Per affermare la nostra sovranità sulle acque del Mediterraneo centrale il governo non ha trovato nulla di meglio che dichiarare “guerra” a Malta. La cosa non deve stupire più di tanto, da sempre il nostro Paese ha saputo scegliere nemici all’altezza delle sue capacità .
Ecco quindi che l’arcipelago maltese, con i suoi 400 mila abitanti e 316 chilometri quadrati di superficie, diventa così una vera e propria minaccia per la sicurezza delle coste italiane.
Salvini ha già sfoderato la sua migliore faccia da guerra per far capire che d’ora in poi nessun migrante o richiedente asilo potrà sbarcare sulle nostre spiagge e nei nostri porti.
Il ministro dell’Interno dice #chiudiamoiporti, ma avrebbe dovuto essere il collega del dicastero alle Infrastrutture Danilo Toninelli a ordinarlo.
Ora già di per sè è ridicolo che la quinta economia del mondo, uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea, una nazione da sessanta milioni di abitanti si metta a dare battaglia con Malta.
Non perchè Malta è un paese insignificante ma perchè Malta non rappresenta la soluzione ai problemi migratori. Problemi che riguardano tutta l’Unione Europea, con particolare attenzione ai paesi del “gruppo di Visegrad” (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) che continuano a rifiutare il meccanismo di ripartizione dei rifiugiati (lasciandoli di fatto in Italia e in Grecia).
Chi ha la competenza sulle persone a bordo della Aquarius? L’Italia.
Rispetto a quelle persone tratte in salvo al largo delle coste della Libia (che non ha un’area SAR di sua competenza) e che ora sono a bordo della nave Aquarius di SOS Mediterranèe era l’Italia a doversi assumere le sue responsabilità .
Il 10 giugno infatti l’account Twitter della Ong dava conto delle operazioni di soccorso della giornata spiegando che la nave aveva preso a bordo 400 persone “salvate in precedenza dalla Marina Militare italiana, dalla Guardia Costiera italiana e da imbarcazioni mercantili”.
Inoltre tutte le operazioni di salvataggio in mare sono state effettuate sotto il controllo del centro di coordinamento della nostra guardia costiera che è responsabile per la gestione dei soccorsi nell’area SAR al di fuori delle acque territoriali libiche.
Ci si potrebbe chiedere come mai la nostra Marina Militare e la Guardia Costiera abbiano trasferito a bordo della Aquarius i migranti che avevano salvato.
Dal momento che sono stati gli italiani a gestire e coordinare le operazioni di soccorso è il MRCC di Roma a dover gestire le operazioni di approdo e di sbarco.
In base al famoso codice di condotta sottoscritto tra le Ong e l’Italia le organizzazioni umanitari sono tenute a completare l’operazione di salvataggio sbarcando le persone soccorse in un porto sicuro sotto il coordinamento del MRCC competente.
In questo caso è l’Italia ad avere il coordinamento delle operazioni, come si evince dai tweet di Aquarius.
Malta dal canto suo fa sapere tramite una nota del presidente Joseph Muscat che l’Italia «sta andando contro le regole internazionali e, con il suo atteggiamento, sta rischiando di creare una situazione pericolosa per tutti: Malta sta rispettando le regole internazionali e, quindi, non può fare attraccare la Aquarius». Malta, che ha una sua area SAR, non ha quindi la competenza specifica su questa operazione di salvataggio.
Questo non in base ad una ripicca dei maltesi ma in base al diritto internazionale, lo stesso richiamato da Toninelli nel suo tweet.
Ma non funziona così, perchè l’evento di soccorso è iniziato prima, in un’area SAR di competenza italiana e sotto il coordinamento della MRCC di Roma (che dipende proprio dal dicastero di Toninelli).
Il fatto che alcuni dei 600 migranti siano stati tratti in salvo da unità della marina italiana è un’ulteriore prova del che quelle persone siano una nostra responsabilità .
Di fatto, e in base al diritto internazionale Malta ha ragione: è l’Italia a dover farsi carico delle procedure di soccorso.
A dirlo non sono i buonisti ma la Convenzione di Amburgo del 1979 e la Convenzione Solas: che prevedono che lo sbarco avvenga nel paese che ha coordinato i soccorsi: l’Italia.
In queste ore circolano numeri che fanno vedere come in rapporto alla popolazione residente Malta stia già facendo la sua parte.
Ma non è quello il problema. Il punto è che le leggi e i trattati internazionali sottoscritti dall’Italia danno ragione alle autorità de La Valletta e torto a Roma.
(da “NextQuotidiano”)
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