ESSERE DONNA IN GUERRA: LA STORIA DI MULANGA, STUPRI, TORTURE E POI LA RINASCITA
OGGI VIVE CON LA MADRE E VUOLE APRIRE UN’ATTIVITA’… ACTION AID: “L’AUTONOMIA ECONOMICA FEMMINILE E’ FONDAMENTALE NELLA LOTTA ALLA VIOLENZA DI GENERE”
“Mi coprirono la faccia con un panno mentre ognuno di loro si avvicinava per violentarmi. Hanno portato via mio marito e non l’ho più visto da quel giorno. Sospetto che possano averlo ucciso”.
A parlare è Mulanga (nome di fantasia), 19enne che vive nella provincia centrale di Kasai, nella Repubblica Democratica del Congo, una delle tante donne coinvolte nel conflitto che ha colpito al comunità Kasai a partire dal 2016.
Nell’agosto del 2017 ha subito un’aggressione sessuale da parte di 4 uomini armati, è rimasta incinta e ad aprile di quest’anno è nata sua figlia.
Grazie ad Action Aid, presente in zona con il sostegno dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Mulanga ha partecipato a corsi di formazione sulla violenza sessuale e di genere organizzati da personale formato dalla ong per spiegare alle donne quali sono i loro diritti, come fronteggiare le situazioni a rischio e dove rivolgersi per denunciare eventuali violenze.
“Oltre alla formazione, supporteremo Mulanga con un finanziamento per poter aprire un’attività indipendente. L’autonomia economica femminile è fondamentale nella lotta alla violenza di genere”, spiegano da Action Aid
Mulanga, che aveva già un bambino di 4 anni, vive nella Repubblica Democratica del Congo con la madre e la famiglia allargata, a circa 200 chilometri dal villaggio da cui è fuggita nel 2017 in una casa di 3 stanze il cui affitto è pagato da un’associazione locale. “Guadagnando in autonomia spero di riuscire ad acquistare il necessario per la mia famiglia, a cominciare dal cibo per i miei figli, senza dover dipendere dalle donazioni. Vorrei riaprire una piccola bottega di prodotti alimentari, è il lavoro che avevo prima che il conflitto cominciasse. Se avrò soldi cercherò anche il modo per riavere mio figlio che è stato portato via nel 2017 dalla famiglia di mio marito: dovrebbe fare la prima elementare e mi piacerebbe portarlo a scuola, ma so che al momento non ci sta andando”.
Tra gli interventi di Action Aid c’è anche il sostegno psicosociale per aiutare la popolazione a superare i traumi subiti durante il conflitto. Inoltre, facilita l’accesso ai servizi medici e legali per chi ha subito violenze sessuali. “Fino a oggi abbiamo raggiunto oltre 26 mila persone nelle due province della regione del Grand Kasai”.
(da Globalist)
Leave a Reply