ETICA E COTICA: URSULA VON DER LEYEN HA GLISSATO DI FRONTE ALLE DOMANDE SUL SUO ABITO BLU NOTTE. A CHI LE CHIEDEVA CHI FOSSE LO STILISTA, HA RISPOSTO CANDIDAMENTE DI NON RICORDARSI IL NOME
GIORGIA MELONI HA SUBITO SBANDIERATO “E’ ARMANI”. LA DIMENTICANZA DI URSULA SIGNIFICA CHE QUEL VESTITO SE L’È COMPRATO. CHI INVECE TENDE A RIVELARE CON ECCESSIVA FOGA (E POCA ELEGANZA) IL MARCHIO DELL’ABITO CHE INDOSSA, DI SOLITO LO FA PERCHÉ SI TRATTA DI UN REGALO
Come ha scritto Alberto Mattioli nella sua cronaca dalla Scala per “La Stampa”, Ursula Von Der Leyen ha glissato di fronte alle domande sul suo abito blu notte. Un giornalista ha chiesto alla presidente della Commissione europea chi fosse lo stilista che l’ha disegnato, e lei ha risposto candidamente di non ricordarsi il nome, a differenza di Giorgia Meloni, che ha sbandierato ai quattro venti di essere vestita in Armani (per la gioia della nipote di Re Giorgio, Roberta, anche lei presente alla Scala).
Quale morale della fava possiamo trarre da questa storia? Semplice: c’è chi ha l’etica, e chi la cotica. Quando Ursula dice sommessamente di essersi dimenticata il nome dello stilista, vuole dire che quell’abito se l’è comprato. Mentre tutti gli altri, che rivelano con poca eleganza il nome della maison dei loro vestiti, lo devono ricordare perché si tratta di un regalo…
(da Dagospia)
Leave a Reply