FICO GARANTE AL POSTO DI GRILLO, DI MAIO CANDIDATO PREMIER E DI BATTISTA UOMO TV
DEFINITI I RUOLI DEL TRIUMVIRATO DOPO L’INCONTRO CON GRILLO
I ruoli sono stati assegnati. Luigi Di Maio corre verso la candidatura a premier. Roberto Fico sarà il nuovo garante del decalogo pentastellato e del simbolo, e Alessandro Di Battista farà quello che gli riesce meglio: l’uomo-immagine, il megafono, il trascinatore di folle.
I tre amici del direttorio sono i volti più noti e spendibili del quintetto che guida il M5S. Ognuno secondo la propria indole.
«Dibba» andrà dove sono le telecamere. Il sempre più istituzionale Di Maio continuerà nella sua personale costruzione di un leader. Mentre Fico, il più «purista» nella cerchia al vertice, è il prescelto per il ruolo più delicato.
Dovrebbe essere lui, se tutto sarà confermato, l’uomo che scioglierà le controversie, che decreterà le espulsioni, che assegnerà il simbolo.
Una parte contesa da Roberta Lombardi, altro nome sul tavolo, che così tornerebbe protagonista dopo l’uscita dal mini-direttorio romano per le liti con Virginia Raggi. Ma è Fico ad avere più chance. Ha il placet di Beppe Grillo e Di Maio ha fatto sapere di non essere interessato, le sue ambizioni sono altre, come dimostra il percorso di accreditamento a più livelli che sta affrontando.
Dopo il viaggio in Israele, l’incontro riservato con le lobby, ieri ha avuto il primo confronto con un alto prelato, e non uno qualsiasi: don Antonio Spadaro, gesuita vicinissimo al Papa.
Dunque è su Fico che si concentrano le speranze dei molti 5 Stelle in Parlamento che lo considerano meno avvezzo alla ribalta mediatica e portatore del verbo originario, poco contaminato da tre anni di vita nei Palazzi.
Prenderebbe il posto di Grillo che via via si sfilerà dalla gestione diretta del M5S. Ancora non si sa se lo farà subito o a poco a poco.
Quel che è certo, e che il viaggio a Genova la scorsa settimana ha sancito, è che i giovani leader entreranno nell’Associazione M5S nata nel 2013 e avranno potere sul simbolo.
Che nelle dinamiche del Movimento vuol dire tanto. Perchè attraverso la revoca del simbolo si può decidere di non candidare qualcuno. Una leva che di solito si usa di fronte alle ingestibili divisioni tra meet-up.
E Fico, nel direttorio, è quello che più ha il polso del territorio, essendo proprio lui il responsabile dei meet-up.
Non solo. Le vesti da garante, dicono ancora, gli calzerebbero alla perfezione anche perchè è lui che Gianroberto Casaleggio considerava il più fedele alla visione politica della democrazia orizzontale, con buona pace degli attivisti reintegrati dal Tribunale di Napoli che in Fico vedono il responsabile delle loro espulsioni.
Nelle nuove vesti il deputato partenopeo avrebbe questa e altre grane da affrontare.
Il caso di Federico Pizzarotti, prossimo all’addio, e ora anche il possibile guaio di Pisticci, il Comune della Basilicata dove la neo-sindaca grillina Viviana Verri ha nominato assessore al bilancio Rocco Giuseppe Lettini, ex Forza Italia già incaricato con lo stesso ruolo nella giunta di centrodestra dal 1998 al 2001.
Ilario Lombardo
(da “La Stampa”)
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